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Accertamenti fiscali fanno chiudere le imprese

Per far chiudere un’impresa in Italia, nel rapporto di una su tre, basta che scatti a suo carico un accertamento di natura fiscale. A farlo presente nei giorni scorsi è stata l’Associazione Contribuenti Italiani in accordo con Rapporto che sarà pubblicato sul magazine Contribuenti.it, ed i cui dati sono stati illustrati a Roma. Sono due in particolare gli eventi ai quali il 31,8% delle imprese italiane non riescono a reggere e, quindi, sono costretti alla chiusura; uno è dato dalla crisi finanziaria ed economica, e l’altro proprio da un eventuale accertamento di natura fiscale. Non a caso, in base ai dati che sono stati pubblicati sul Rapporto annuale del Contribuente, crescono in Italia le richieste di pagamento a rate delle imposte che sono arrivate a quota un miliardo circa rispetto alle 800 mila di due anni fa.

A fronte dell’incremento delle richieste di rateazione è aumentato anche l’importo complessivo di debito rateizzato, da 12 a ben 14 miliardi di euro, ovverosia tanti soldi quanti di norma ne servono per mettere a punto una “manovra finanziaria“. Lo scorso anno, e questo è un dato positivo, è aumentata la fiducia nella Magistratura tributaria da parte dei contribuenti. Questo, in accordo con quanto messo in risalto proprio da Contribuenti.it, è stato reso possibile anche grazie al “Progetto qualità del contenzioso tributario“, un’importante iniziativa avviata nel 2009.

E per quel che riguarda i ricorsi, ben otto su dieci sono complessivamente o favorevoli, o parzialmente favorevoli per il contribuente italiano. Secondo il presidente dell’Associazione Contribuenti Italiani, Vittorio Carlomagno, ciò che più amareggia è il fatto che ci sono imprese, all’interno di quella percentuale di uno su tre, che chiudono i battenti nonostante sappiano di avere ragione. Per questo Contribuenti.it è tornata a ribadire l’importanza di aumentare il tasso di compliance e fronteggiare, quindi, quella che è una vera e propria emergenza.