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Gli Usa reclamano i dati dei clienti Ubs sospettati di frode fiscale

L’Amministrazione fiscale americana e Ubs, una delle principali banche svizzere, sono ormai giunte ai ferri corti: l’Irs (Internal Revenue Service), infatti, reclama a viva voce i nome dei clienti dell’istituto sospettati di frode fiscale e non ha intenzione di venire incontro a soluzioni troppo rapide. Dunque, la causa civile contro la grande banca elvetica continua e non viene ritirata. Il Dipartimento di giustizia statunitense ha inoltrato delle richieste molto specifiche: Ubs deve consegnare al Fisco americano tutti i dati, i riferimenti e gli spostamenti finanziari che si riferiscono a circa 52.000 clienti su cui pende il sospetto di frode. Per ora l’istituto svizzero si è limitato a effettuare numerosi richiami alla buona fede che sarebbe stata usata nei servizi verso i propri clienti, ma il Dipartimento ha più volte bocciato questa versione, mostrandosi poco convinto dell’inconsapevolezza della banca. Gli avvocati di Ubs, tra l’altro, ritengono che le coordinate richieste siano già presenti nelle disponibilità del Dipartimento stesso, dato che provengono da altre fonti e banche dati. L’intenzione degli Stati Uniti è abbastanza evidente: tale modo di operare è infatti volto a recuperare parte di quei 100 miliardi di dollari che finiscono direttamente nei paradisi fiscali, invece di essere correttamente versati a titolo d’imposta.

 

Gli Usa utilizzeranno il “pugno duro”; se non ci saranno evoluzioni nella vicenda entro il 23 settembre, allora tutti i contribuenti statunitensi che detengono conti esteri dovranno poi provvedere a dichiararli all’Irs. Il rischio per la mancata comunicazione di questi dati è piuttosto pesante, una multa di 500.000 dollari e, in caso di frodi, dieci anni di prigione. Anche la Security Exchange Commission vuol dire la sua e imporrà alle banche svizzere che hanno assets di cittadini americani di registrarsi presso i suoi uffici di controllo.

 

D’altro canto, gli istituti elvetici faranno di tutto pur di mantenere il segreto bancario: esse sono disposte addirittura a rinunciare alla vasta platea di clienti statunitensi, rifiutando di aprire conti particolari di investimento.

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