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Congresso Usa: anche il debito pubblico diventa una tassa

Il Congressional Budget Office (Cbo) è l’ufficio della Camera statunitense che si occupa della gestione economica e del bilancio: l’ultimo studio che è emerso da questo organismo ha messo in luce l’esistenza di una sorta di “tassa occulta”, la quale va a colpire in maniera indiscriminata sia i lavoratori che le aziende, vale a dire le somme che vengo utilizzate per rifinanziare il debito pubblico a stelle e strisce. L’ammontare non è di poco conto, anzi, e si aggira attorno ai novemila miliardi di dollari, quantità che deve comunque essere riferita al solo capitolo pubblico e federale. Il futuro non promette niente di buono in questo senso ed è stato previsto persino un incremento; per il momento, però, i consumatori vedono assorbiti dalle loro tasche circa duecento miliardi di dollari, per la precisione 197.


Tutti questi numeri vogliono semplicemente significare che il tributo “silenzioso” chiede a ogni contribuente una media di 1.400 dollari ogni anno, come se un mese di stipendio possa essere completamente eliminata dalle risorse di ogni individuo. L’aumento in questione non è però molto convincente, tanto più che nel 2020 si sfiorerà addirittura il preoccupante limite degli 800 miliardi, ma anche perché l’importo è stato spesso correlato a degli interessi in ribasso.

La platea di contribuenti che viene coinvolta è composta da 125 milioni di americani, ma in realtà il totale reale è superiore, pari a 140 milioni, dato che devono essere ricompresi anche i part-time e i redditi più bassi, i quali non hanno alcun obbligo di pagare delle imposte federali nei confronti dello Stato. Aggiungendo i restanti 15 milioni che mancano al totale, la tassa occulta verrebbe a costare ben 1.576 dollari. C’è poi un altro elemento da sottolineare: il peso più vicino alla realtà è di tremila euro, somma da cui poi devono essere sottratti gli investimenti su alcuni fondi di investimento e i cosiddetti trust.

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