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Patto di stabilità, ecco le riforme in pericolo

In relazione alle nuove regole che sono state introdotte con il Patto di stabilità, stando a una proiezione che è stata definita da parte dei tecnici della Commissione UE, ecco che l’Italia dovrebbe provare a diminuire il debito di ben 14-15 miliardi ogni anno. Una somma che si aggira intorno allo 0,85% del Pil.

Uno scenario che, qualora l’Italia dovesse trovare un’intesa su un piano di bilancio con degli impegni di riduzione circa l’indebitamento nel giro di un quadriennio. Un aggiustamento che si ridurrebbe intorno allo 0,45% del Pil, circa 8 miliardi ogni anno, qualora dovesse essere spalmato nel giro di 7 anni. Si tratta di un’opzione che la Commissione UE ha deciso di ideare per tutte quelle nazioni che hanno un debito pubblico particolarmente elevato, come ad esempio il caso dell’Italia, in maniera tale che la discesa possa essere molto meno ripida.

C’è anche da dire come si tratta di cifre che, fino a questo momento, rappresentano solamente un’ipotesi, dal momento che saranno proprio gli stessi Paesi membri che andranno a negoziare con la Commissione ogni singolo piano di rientro. Il Patto di Stabilità per quanto riguarda il 2023, almeno per il momento, è stato sospeso.

In ogni caso, è chiaro che qualcosa dovrà essere effettuato, dal momento che la diminuzione del debito pubblico comporta un pericolo molto grande, ovvero quello di limitare sia gli investimenti che, di conseguenza, la crescita. Di conseguenza, l’esigenza di riformare il Patto per poter sfruttare delle regole molto meno