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Stati Uniti e Fisco: il 2008 è l’annus horribilis

La crisi economica continua ad “avvolgere” con i suoi lunghi tentacoli gli Stati Uniti: gli effetti della congiuntura economica negativa nel territorio a stelle e strisce sono ravvisabili soprattutto in relazione al Fisco. In effetti, gli ultimi dati dell’Internal Revenue Service hanno messo in luce come nel 2008 siano svaniti ben 3.000 miliardi di dollari dai redditi dei lavoratori americani della cosiddetta “middle class. Ciò equivale a dire che è molto alto il numero dei contribuenti che non hanno provveduto, o hanno dimenticato, di versare le imposte nelle misura dovuta. Le stime, in questo caso, parlano di oltre 22 milioni di soggetti “sbadati” o negligenti nel 2008, una cifra davvero impressionante. Questa folla di contribuenti morosi viene considerata un indice fondamentale nella misura dell’incidenza effettiva della crisi, non solo su società e pmi, ma anche sul contribuente medio.

 

L’analisi dell’Irs illustra una tendenza preoccupante: il 10% dei soggetti statunitensi che pagano le tasse opta normalmente per il ritardo nel versamento delle stesse, oppure decide di non versare nulla nelle casse dell’erario, a causa, in particolare, della carenza di liquido da indirizzare in questo senso. Il Tesoro può quindi lamentare questa progressiva scomparsa di incassi fiscali. I numeri, in proposito, parlano di ben 129 miliardi di dollari nel 2008, per quel che concerne le imposte e le varie tasse federali dovute per un mancato pagamento o un semplice ritardo: in termini più pratici, sarebbe come se ogni singolo contribuente moroso dovesse al Fisco 6.000 dollari.

 

I rimborsi fiscali hanno comunque compensato in parte questa situazione: 4 miliardi sarebbero stati recuperati in tale maniera, altri 6 miliardi sono poi il frutto di un primo sollecito indirizzato al contribuente; vi sono infine 5 miliardi di dollari lasciati in decadenza, tramite la corrispondenza a importi di entità modesta. I restanti 114 miliardi rimangono però un peso insostenibile per le entrate tributarie americane, previste addirittura in netta flessione per il 2009.