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Tobin Tax: Bersani favorevole, Berlusconi scettico

Il Pd propone la Tobin tax. Questa tassa, dal nome del premio Nobel per l’economia James Tobin (proposta nel 1972), è una tassa che prevede di colpire a lieve entità tutte le transazioni sui mercati valutari per stabilizzarli e destinare alla comunità internazionale. Da allora di questa proposta si è discusso in svariate occasioni, ma soprattutto dopo le varie crisi finanziarie. Si tratta quindi di un’imposizione di una piccola tassa sulle transazioni valutarie i cui obiettivi sono promuovere l’efficacia delle politiche macroeconomiche e di ridurre la speculazione. Da molti anni esiste comunque un’organizzazione che sostiene l’introduzione della tassa: si chiama Attac (Associazione per la Tassazione delle Transazioni finanziarie e per l’Aiuto dei Cittadini). In italia, il segretario del Pd, Pierluigi Bersani, in una conferenza stampa, tenuta in questi giorni al Senato per commentare la manovra economica del governo, ha sottolineato quanto sia importante un’armonizzazione della tassazione delle rendite finanziarie, ma si é detto contrario a un tributo sulle banche, che si scaricherebbe sui consumatori.

Sì alla Tobin Tax. Purché omogenea e di piccola entità. E bisogna alzare le aliquote sulle rendite – dice dal canto suo Corrado Passera, ad di Intesa Sanpaolo -. Appare del tutto ragionevole rivedere in molti paesi, fra cui l’Italia, il regime di tassazione sulle rendite finanziarie, dove permangono in più di un caso livelli anormalmente bassi, perseguendo una logica di armonizzazione delle aliquote su scala europea. Così come si potrebbe discutere l’ipotesi di introdurre un prelievo fiscale se pur minimo sulle transazioni finanziarie sul modello della Tobin tax a patto che esso sia minimo e si applichi erga omnes su transazioni chiaramente identificate.

Per il Pd grazie alla nuova finanziaria si potrà lasciare una «dote» di 2.500 euro per ogni figlio fino al diciottesimo anno, o in alternativa una detrazione di 500 euro per ogni figlio per le donne lavoratrici. Berlusconi infine si dice quasi certo che al G20 non ci sarà nessuna decisione sulla tassazione delle transazioni finanziarie.