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Tassa di soggiorno: alberghi pronti allo sciopero

Nel nostro Paese è in stato di agitazione una categoria economica che, al contrario ad esempio dei benzinai, non è solita proclamare scioperi o annunciare delle vere e proprie “serrate”. Eppure gli albergatori, in accordo con quanto deciso dal Consiglio Direttivo della Federalberghi-Confturismo, hanno annunciato lo stato di agitazione per protestare contro una misura inserita nel cosiddetto federalismo fiscale municipale. Al centro della questione c’è la possibilità che nel nostro Paese, su scala nazionale, venga introdotta la cosiddetta tassa di soggiorno che andrebbe a mettere sotto pressione un settore come quello del turismo che negli ultimi tre anni ha dovuto far fronte al calo dei consumi e delle spese per le vacanze da parte degli italiani. Quella che Federalberghi-Confturismo bolla come una “sciagurata ipotesi vessatoria nei confronti dei consumatori italiani e stranieri“, potrebbe così portare ad uno sciopero il 17 marzo, giorno in corrispondenza del quale è stata dichiarata la Festa Nazionale per la celebrazione dell’Unità d’Italia.

Quindi, se la tassa di soggiorno dovesse essere confermata, l’Associazione di categoria inviterà i 34 mila alberghi che rappresenta a non accettare prenotazioni per la giornata del 17 marzo del 2011. Per tale giorno la Federazione stima oltre due milioni di turisti tra i italiani e stranieri che pernotteranno nelle strutture alberghiere, ragion per cui in caso di “sciopero” delle prenotazioni l’Erario andrebbe a perdere circa 100 milioni di euro di tassazione.

La Federalberghi-Confturismo con una nota ufficiale ha inoltre messo in risalto come il settore alberghiero nel nostro Paese sostenga sia l’economia, sia l’occupazione, ragion per cui si aspetta che la Commissione bicamerale sul federalismo fiscale batta un colpo a favore delle imprese del turismo. Altrimenti non vengono escluse “ulteriori ed estreme forme di protesta ed iniziative di piazza“. D’altronde ora che anche in Italia s’intravedono segnali, seppur deboli, di ripresa economica, l’introduzione della tassa di soggiorno rischia di tarpare le ali al turismo nel nostro Paese.