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Salerno quantifica la propria tassa di soggiorno

La tassa di soggiorno rimane un argomento molto attuale nonostante l’estate sia praticamente agli sgoccioli. Anche il comune di Salerno ha deciso di far conoscere le proprie intenzioni a tal proposito: quale applicazione ci sarà dunque nel capoluogo campano? Anzitutto, bisogna spiegare che l’intento è quello di recuperare quanto verrà perso in bilancio, visto che già si parla di un passivo pari a quindici milioni di euro. Pertanto, il sindaco Vincenzo De Luca ha chiairto che l’imposta avrà un ammontare ben preciso. Il contributo sarà richiesto ai visitatori e le polemiche sono state stroncate sul nascere, con lo stesso primo cittadino che ha rassicurato sul quantitativo esiguo di questa misura fiscale.

Nello specifico, la tassa di soggiorno salernitana sarà inferiore rispetto a quella romana (nella capitale si versano tre euro): la somma sarà compresa tra 1,50 e 2 euro per ogni singolo visitatore e persona che decide di passare un periodo di soggiorno nella città, ma le iniziative non si limitano soltanto a questa, dato che l’obiettivo è quello di ripianare il deficit attuale nel minor tempo possibile. Le maggiori speranze sono rivolte ai finanziamenti che dovrebbero giungere dall’Unione Europea, ma si pensa anche a una dismissione massiccia di alcuni beni specifici.

Il problema più annoso, inutile negarlo, è legato ai tagli che il governo intende attuare in merito agli enti locali; la tassa di soggiorno non sarà il rimedio definitivo, ma intanto ci si accoda agli altri esempi del nostro paese, in primis le località balneari. Di sicuro ci sarà molto da lavorare in merito a questo tributo, in quanto le polemiche e i contrasti sono dietro l’angolo: in Italia non c’è uniformità di giudizio e di misura, lo dimostra il fatto che ogni sindaco sta scegliendo di adottare quello che ritiene più opportuno per il proprio comune, una cristallizzazione che potrebbe aumentare col federalismo municipale.