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Tassa sull’eutanasia? In Svizzera ci pensano sul serio

Dal Parlamento svizzero di Zurigo è giunta una proposta fiscale che ha scosso enormemente le coscienze: è stata infatti approvata una mozione per l’introduzione di una nuova tassa da applicare a quegli stranieri che giungono nella città elvetica per usufruire del suicidio assistito, un’imposta già ribattezzata come “tassa sull’eutanasia”. Le polemiche sono sorte in maniera immediata, anche perché, secondo molte persone si tratterebbe di una proposta in aperto contrasto col diritto federale della Svizzera. L’iniziativa è stata adottata da un partito svizzero, l’Unione Democratica di Centro, ma, come ha spiegato il leader Christoph Blocher, l’intento non è quello di fornire sostegno economico con una nuova entrata tributaria, bensì quello di scoraggiare i cosiddetti “turisti della morte”. Il paese elvetico viene in effetti scelto da gran parte dei malati gravi che decidono di far uso dell’eutanasia, visto che viene offerta una assistenza piuttosto dignitosa dopo aver pagato le somme di denaro necessarie. Tra l’altro, solo pochi mesi fa, un altro schieramento politico della nazione rossocrociata, l’Udf, aveva reso valida una iniziativa secondo cui il suicidio assistito doveva essere vietato a chi risiedeva nel cantone da meno di un anno; ora si aggiunge questa tassa per gli stranieri, la quale provocherà senz’altro nuove tensioni.

 

Chi è contrario all’iniziativa punta soprattutto il dito contro le specifiche di questo tributo: anzitutto, non convince il fatto che siano soltanto gli stranieri a dover pagare, inoltre sarebbe molto difficile ottenere i versamenti fiscali da parte degli eredi che vivono all’estero, i quali potrebbero far comunque ricorso al tribunale, rendendo vana l’introduzione del balzello.

 

L’approvazione è avvenuta con 93 voti favorevoli e 51 contrari, mentre il governo cantonale aveva da subito chiarito di non voler appoggiare la legge, visto che, secondo la sua visione, lo Stato non può andare a scaricare su dei soggetti terzi i costi che sono stati prodotti da un’inchiesta nell’ipotesi di un suicidio assistito, qualora non siano stati riscontrati dei fatti rilevanti dal punto di vista penale.