Home » News Fiscali » Tassa di concessione governativa sui telefonini è legittima

Tassa di concessione governativa sui telefonini è legittima

Secondo quanto stabilito dalla Cassazione, la tassa sui telefonini va pagata. Lo ha stabilito con la sentenza 23052 la Corte di Cassazione, la quale quindi non ha dato retta alle Associazioni che avevano chiesto che la tassa di concessione venisse dichiarata illegittima.

Facendo un po’ di chiarezza, l’articolo 21 della tariffa allegata al DPR n. 641 del 2971 stabilisce tra gli atti soggetti alla concessione governativa la licenza o il documento sostitutivo per l’impiego di apparecchiature territoriali per il servizio radiomobile pubblico terrestre di comunicazione. Poi il regime di concessione governativa è stato sostituito con quello concorrenziale e quindi erano stati chiesti i rimborsi della  tassa di concessione. Dovrebbe dunque arrivare l’abrogazione implicita dell’articolo 21 della tariffa allegata al dpr n. 641/1972, ma non secondo la Cassazione.

Il Codacons aveva intrapreso un’azione legale contro la tassa sui cellulari nel mese di ottobre, ma la sentenza riferisce che la fornitura di servizi di comunicazione elettronica è soggetta a “un’autorizzazione generale, che consegue alla presentazione della dichiarazione, resa dall’interessato, di voler iniziare la fornitura e costituente denuncia di inizio attività”. I titolari dei contratti in abbonamento dovranno continuare a pagare come tassa di concessione governativa 12,91 euro al mese per le utenze business e a 5,16 euro per i clienti privati. Spesso gli operatori mobili applicano degli sconti ai nuovi clienti, ma difficilmente per tutto il periodo contrattuale.

Il legale dell’Anci ha dichiarato: “rispettiamo la sentenza ma non la condividiamo. Anche il procuratore generale ha sposato le nostre tesi ribadendo che il tributo è illegittimo. Non c’è alcuna controprestazione dello Stato che giustifichi la tassa. Siamo fiduciosi che l’indirizzo assunto da questa sentenza possa essere ribaltato in un futuro prossimo”.