Ad Ascoli Piceno si discute di tassa di soggiorno

Anche la provincia di Ascoli Piceno è in fermento per la tanto discussa tassa di soggiorno: secondo quanto affermato e sostenuto da tempo dalla Federalberghi e dalla sezione locale della Confcommercio, non si può essere d’accordo con questa scelta tributaria, anche perché non è ancora sicuro che il gettito ottenuto in questa maniera possa poi essere sfruttato per un opportuno reinvestimento nel settore turistico. La perdita di clientela è il rischio che da queste parti si teme maggiormente, con le varie strutture ricettive che verrebbero senza dubbio penalizzate.

La Confcommercio boccia la tassa soggiorno per Pontedera

La tassa di soggiorno deve incassare l’ennesimo parere negativo: si tratta del giudizio che è stato espresso dalla Confcommercio di Pisa, la quale ritiene che non si tratti della soluzione più adeguata per risolvere gli annosi problemi di bilancio del comune di Pontedera. Tra l’altro, c’è anche la convinzione che l’imposta in questione possa avere degli effetti negativi sul settore turistico ricettivo della zona. Proprio per questi motivi, l’associazione ritiene che la città toscana non abbia alcun bisogno di introdurre questa tassa, nonostante non siano pochi gli assessori comunali che ne parlano in modo diffuso.

La tassa di soggiorno del comune di Siena

La tassa di soggiorno si concretizza anche nella città di Siena: il comune toscano, celebre per il suo palio di antica origine, ha messo in luce quali saranno le tariffe che andranno a caratterizzare nell’immediato tale imposta, fortemente discussa in ogni parte della penisola. Nel dettaglio, i prezzi in questione andranno da un minimo di un euro a un massimo di cinque. Come funzionerà esattamente l’applicazione tributaria da queste parti? In pratica, come ha stabilito in maniera opportuna lo stesso consiglio comunale con un proprio regolamento, il contributo sarà variabile a seconda delle strutture alberghiere in cui i turisti andranno ad alloggiare.

Dagli albergatori di Maiori un secco no alla tassa di soggiorno

La tassa di soggiorno trova ogni giorno di più un numero crescente di detrattori, specialmente per quel che riguarda gli operatori attivi nel settore turistico. L’ultima contestazione a questa imposizione tributaria giunge direttamente dall’Associazione Albergatori della città di Maiori (siamo nella provincia di Salerno), la quale ha fatto sentire la propria voce insieme ad Assotravel: in pratica, la levata di scudi si basa sul fatto che questa imposta è destinata a provocare effetti negativi sulle attività in questione, in particolare una netta riduzione delle presenze nelle strutture alberghiere e, di conseguenza, una occupazione in calo per quel che concerne il comparto in questione.

Anche a Bergamo si discute di tassa di soggiorno

Anche a Bergamo le discussioni in merito alla celebre tassa di soggiorno sono più accese che mai: la giunta comunale, guidata ovviamente dal sindaco Franco Tentorio, non la pensa alla stessa maniera delle principali associazioni del settore turistico, le quali si erano dette fortemente contrarie a una soluzione fiscale di questo tipo, motivando la loro scelta con gli effetti negativi che verrebbero causati ai turisti stessi, in primis delle tariffe più salate per la fruizione di alberghi e hotel. Il comune bergamasco ha invece deciso di tirare dritto e di confermare l’introduzione del tributo in questione senza alcun tipo di ripensamento.

Le tasse sul turismo generano polemiche

Non voluta da molti operatori nel settore, è però stata applicata in molte città d’Italia. Stiamo parlando della tassa di soggiorno, balzello che i turisti sono costretti a pagare all’albergatore, il quale é considerato sostituto d’imposta, obbligato dunque a pagare, e in tempi brevi, anche in caso di mancato o di ritardato pagamento del cliente. Le tariffe variano da città a città e per una notte si può sborsare fino a 5 euro. Dobbiamo ammettere però che con questa tassa di soggiorno l’Italia non farebbe altro che allinearsi alle altri grandi città europee e internazionali.

A che punto è il regolamento sulla tassa di soggiorno?

Da quando nel nostro paese si è cominciato a parlare di tassa di soggiorno, questa imposta è divenuta sinonimo di confusione e polemica: l’ultima in ordine temporale riguarda l’attuazione del regolamento nazionale, un testo molto atteso dalle parti chiamate in causa, in modo da capire l’applicazione reale e preciso di un tributo che è ancora piuttosto ambiguo. La Federturismo Confindustria, in particolare, ha dichiarato in questi giorni di essere ancora in attesa del regolamento in questione. Secondo quanto affermato dal numero uno della federazione, Renzo Iorio, il governo è pronto a esaminare il testo a cui si sta facendo riferimento, ma c’è il timore che l’approvazione delle regole relative all’imposta vada per le lunghe.

Taormina: la tassa di soggiorno divide comune e alberghi

La tassa di soggiorno non poteva non “bazzicare” dalle parti di Taormina, uno dei centri turisti di maggior rilievo non solo del nostro paese, ma anche a livello internazionale: l’introduzione dell’imposta è motivo di accese discussioni e riflessioni, ma cerchiamo di fare un po’ d’ordine. Il comune messinese e tutto il circondario, tra cui figurano altre perle turistiche come Giardini Naxos e Letojanni, stanno prendendo in considerazione questo metodo per far cassa e non un caso che nell’ultimo vertice che ha visto i vari sindaci si è concordato sul fatto di adottare una misura tributaria univoca a partire dal prossimo anno. Non sono tutte rose e fiori però. In effetti, gli albergatori locali non sono affatto d’accordo con questa presa di posizione e i motivi sono presto detti: anzitutto, Giardini Naxos ha già conosciuto questa estate la tassa di soggiorno, fissata nella misura di un euro per le strutture a quattro e cinque stelle, mentre per la stessa Taormina si parlava del periodo compreso tra aprile e ottobre prossimi per l’adozione definitiva e per un importo di base pari a mezzo milione di euro.

Salerno quantifica la propria tassa di soggiorno

La tassa di soggiorno rimane un argomento molto attuale nonostante l’estate sia praticamente agli sgoccioli. Anche il comune di Salerno ha deciso di far conoscere le proprie intenzioni a tal proposito: quale applicazione ci sarà dunque nel capoluogo campano? Anzitutto, bisogna spiegare che l’intento è quello di recuperare quanto verrà perso in bilancio, visto che già si parla di un passivo pari a quindici milioni di euro. Pertanto, il sindaco Vincenzo De Luca ha chiairto che l’imposta avrà un ammontare ben preciso. Il contributo sarà richiesto ai visitatori e le polemiche sono state stroncate sul nascere, con lo stesso primo cittadino che ha rassicurato sul quantitativo esiguo di questa misura fiscale.

Basilicata: la tassa di soggiorno verrà applicata nel 2012

In mezzo a tante incertezze per quel che concerne la tassa di soggiorno, qualche punto fermo giunge dalle località lucane: nel caso di una introduzione dell’imposta tanto discussa a livello locale, essa sarà di tipo comprensoriale e di identico importo per ogni struttura ricettiva della Basilicata. Quindi, non si verificheranno nella maniera più assoluta delle discriminazioni di stampo territoriale tra i vari comuni che saranno coinvolti, l’unico obiettivo sarà quello di creare una sorta di “comprensorio ionico” che sia in grado di agire come una entità unica. È la prima volta che si parla in questi termini della tassa e forse può rappresentare il giusto compromesso tra fautori e detrattori. Un altro passo molto importante sarà quello che dovrà compiere la stessa Regione per stabilire nel dettaglio i criteri peculiari che serviranno poi da base di riferimento per il comune turistico.

Tassa di soggiorno, malumore anche a Otranto

Anche Otranto può essere annoverata tra i comuni che sono fieri oppositori della cosiddetta tassa di soggiorno: ma l’opposizione non proviene direttamente dal sindaco stesso, il quale ha deciso di introdurre l’imposta da qualche tempo, ma dai contribuenti, in particolare i turisti, i quali hanno messo in luce tutti gli aspetti più impopolari del tributo. Assoturismo non ha usato mezzi termini in tal senso, rivolgendosi al comune pugliese e parlando espressamente di una misura iniqua. In particolare, non regge più la giustificazione dei tagli del governo ai comuni per l’introduzione fiscale, anzi il Tar Puglia dovrà pronunciarsi tra poco più di due mesi sulla questione. Tra l’altro, ad Otranto le vicende fiscali sono all’ordine del giorno, soprattutto se si pensa alla Tarsu e al suo incremento di cinquanta punti percentuali.

Pronti i ricorsi al Tar contro la tassa di soggiorno

Tassa di soggiorno e albergatori, le distanze che si sono create sono ormai incolmabili. La tanto discussa imposta sul turismo continua a dividere e gli ultimi meeting delle categorie coinvolte parlano chiaro: in effetti, la Federalberghi Toscana ha ribadito il proprio no all’iniziativa fiscale, puntando più che altro sugli investimenti nella promozione. Il federalismo fiscale non viene visto di buon occhio e questo si deve a diversi fattori. Anzitutto, Roma è un esempio negativo: nella capitale la tassa in questione esiste da almeno un anno e l’applicazione ha provocato la perdita di oltre un quinto delle comitive di turisti. In aggiunta, bisogna considerare il tributo che riguarda i bus turistici, un altro elemento che ha purtroppo ridimensionato il volume d’affari del settore. È proprio per questo motivo che si è deciso di ricorrere ai tribunali amministrativi regionali, in primo luogo quello di Firenze, tentando di impugnare quanto prima le deliberazioni che saranno realizzate dai comuni del nostro paese.

Federalberghi: serve un regolamento per la tassa di soggiorno

Federalberghi, la federazione che raggruppa le catene alberghiere del nostro paese, ha deciso di esprimere la propria opinione in merito alla ormai celebre tassa di soggiorno: il giudizio proviene direttamente dal presidente dell’associazione, Bernabò Bocca, il quale non ha usato mezzi termini per definire questa misura fiscale come insufficiente e inopportuna nella sua conformazione attuale. Secondo Bocca, il governo avrebbe già dovuto provvedere a introdurre una serie di regole per una più corretta e comprensibile applicazione. In effetti, l’esecutivo poteva convocare le associazioni di settore e gli enti locali negli scorsi due mesi, ma il passaggio in questione è stato completamente saltato. La mancanza del regolamento sta provocando, come principale conseguenza, un’autonomia totale da parte dei Comuni, i quali sono chiamati a decidere praticamente da soli su come agire in tal senso: sarebbe dunque stato sufficiente indicare con precisione quali finalità si pone il gettito, come deve essere riscossa tale tassa e, in particolare, fissare un tributo uguale per tutti i casi e le realtà.

Tassa di soggiorno: anche il comune di Grosseto dice di no

L’elenco di sindaci che non sono del tutto convinti o contrari all’introduzione della cosiddetta tassa di soggiorno si allarga ancora: stavolta è il turno del comune di Grosseto, con il sindaco Emilio Bonifazi che ha proposto un’alternativa del tutto diversa a questo tributo così tanto discusso sin dalla sua introduzione. In effetti, tutte le municipalità che fanno parte della provincia toscana dovrebbero, secondo l’idea di Bonifazi, beneficiare di un’area libera da vincoli fiscali, una zona “tax free” in grado di rendere davvero attuale la questione turistica all’interno delle varie amministrazioni. Il sindaco grossetano ha voluto anche interpretare il pensiero della classe imprenditoriale locale: quest’ultima, infatti, sarebbe più propensa a nuove opportunità di investimento nel comparto in questione, ma soprattutto dei servizi pubblici degni di questo nome e una imposizione tributaria non eccessiva.