Unicons ottiene un rimborso per la tassa sui cellulari

Unicons (Unione Tutela Cittadini e Consumatori) è riuscita a proporre il primo e fondamentale ricorso sulla tassa di concessione governativa per quel che riguarda i cellulari: in più, dettaglio non certo trascurabile, l’associazione è riuscita anche a vincere questo stesso ricorso, un evento significativo in relazione all’imposta di cui si sta parlando. Giusto un mese fa la notizia dell’azione legale contro la tassa sui cellulari aveva destato grande interesse, ora si ha un altro appiglio di rilievo. Il fatto in questione si riferisce alla decisione della Commissione Tributaria Provinciale di Foggia, la quale ha voluto accogliere il ricorso di un cittadino che si era rivolto proprio all’Unicons per il motivo appena descritto.

Azione legale contro la tassa sui cellulari

L’associazione dei consumatori Codacons (Coordinamento delle Associazioni per la Difesa dell’Ambiente e dei Diritti degli Utenti e dei Consumatori) è sempre molto agguerrita quando si tratta di difendere i cittadini: non è un caso, quindi, che sia stata proprio essa a recarsi in tribunale per contrastare la tassa di concessione governativa che di solito viene versata da quegli italiani che sono in possesso di un abbonamento per la telefonia mobile. L’ammontare complessivo di questa stessa tassa è pari a novantuno milioni di euro ogni anno, ragione per cui l’associazione si è sentita in dovere di intervenire.

Tasse universitarie troppo alte? È possibile il risarcimento

Dopo questa sentenza forse cambierà qualcosa nel mondo universitario: il Tar di Milano ha accolto il ricorso di una associazione studentesca la quale aveva denunciato l’ateneo pavese per aver aumentato le imposte, nell’anno accademico 2009-10, oltre il limite previsto dalla legge. L’ateneo ora sarà costretto a pagare. L’associazione Unione degli universitari di Pavia ha prima cercato di bloccare l’aumento, e poi, scoprendo nel cda dell’Università di Pavia che il tetto del 20% veniva sforato di circa 1 milione e 700mila euro, ha deciso di presentare ricorso al Tar della Lombardia.

Tassa di concessione governativa addio: é illegittima

Novità per i possessori di cellulari che hanno sottoscritto un abbonamento telefonico: la pesante tassa di concessione governativa sui cellulari è stata eliminata in maniera definitiva. La regione Veneto, ha fatto partire una commissione tributaria contro questo costo e ha emesso due sentenze, che stabiliscono chiaramente che gli enti locali, non sono tenuti a effettuare il pagamento della tassa, che dovrà essere pagata dalle compagnie telefoniche che erogano il servizio. Chi ha sottoscritto un abbonamento con il telefonino sa che il balzello pesava 5,16 euro al mese come utente privato e 12,91 euro se cliente con partita iva. Da oggi inoltre sarà possibile richiedere il rimborso della tassa pagata negli ultimi tre anni.

Tassa occulta sul diritto allo studio

Il costo dei libri e del corredo scolastico pesa sul bilancio delle famiglie e torna l’allarme delle associazioni dei consumatori contro il caro libri. Il tetto di spesa per i libri fissato dall’Istruzione viene superato da una scuola superiore su due, per un ammontare pari al 14,3 per cento. Gli studenti italiani dovrebbero spendere un massimo di 293 euro ma in realtà dovranno sborsare ben 335 euro.

Ma non solo caro libri, una tassa occulta pesa sul diritto allo studio per circa 100-150 euro ed. Vi siete recati a iscrivere vostro figlio a scuola e vi è stato chiesto di èagare la tassa di iscrizione? E’ il c.d. “contributo volontario” che le scuole richiedono all’atto dell’iscrizione dello studente, ma che volontario non è, o melgio, dovrebbe esserlo, ma non sono poche le scuole che se ne approfittano. Adiconsum precisa che

La Tia è una tassa non una tariffa

La TIA sostituisce la vecchia TARSU (tassa smaltimento rifiuti) e stabilisce l’obbligo per le Pubbliche Amministrazioni di applicare ai contribuenti una forma di esborso per la gestione dei rifiuti proporzionale al reale utilizzo del servizio. La vecchia tassa TARSU era infatti commisurata unicamente sulla quantità di superficie occupata e non sulla produzione dei rifiuti: chi aveva una casa più grande pagava di più anche se in quella casa abitava una sola persona, quindi indipendentemente dall’effettivo o presumibile conferimento di rifiuti.

E’ stata dichiarata illegittima l’imposta sul valore aggiunto applicata alla Tia. Lo ha stabilito una sentenza della Corte Costituzionale: la Tia é un tributo e quindi non é soggetta ad IVA, si tratta per cui di una tassa e non di una tariffa.

Meno Ici, meno introiti per i comuni?

Entro il 16 giugno va effettuato il versamento per l’acconto dell’Ici 2009. Deve essere pagata da chi possiede fabbricati, aree fabbricabili e terreni agricoli, a eccezione della prima casa. Il saldo dell’Ici dovrà essere pagato entro il 16 dicembre. Si può consegnare il modello Ici presso l’Ufficio Ici del Servizio Tributi del comune in cui è accatastata la proprietà. Chi più proprietà appartenenti a differenti comuni, deve compilare il Modulo Ici di ciascun comune e consegnarlo presso il rispettivo ufficio di pertinenza.

Ciascun comune ha messo a disposizione dei propri contribuenti differenti modalità di pagamento. Solitamente si può pagare l’Ici tramite bollettino postale con versamento sul conto corrente postale espressamente designato dal comune, modello F24 Ici, via internet attraverso l’apposito servizio di pagamento on-line disponibile sul sito ufficiale del comune.

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Codacons avvìa ricorso rimborso Iva: i tempi potrebbero essere lunghi

Il Codacons ha annunciato d’aver avviato l’azione collettiva a tutela dei cittadini italiani in merito all’imposta sul valore aggiunto (IVA) pagata sinora dai cittadini sullo smaltimento dei rifiuti. Il Codacons si schiera quindi dalla parte dei cittadini aiutandoli a far valere i propri diritti per il risarcimento dell’IVA pagata in maniera illegittima. La ratio dell’iniziativa è una sentenza della Corte di Cassazione che, in linea con l’orientamento comunitario, ha stabilito che

il corrispettivo che i cittadini devono pagare per la raccolta e smaltimento dei rifiuti – afferma il Codacons – è una tassa e non una tariffa. Se fosse una tariffa l’Iva sarebbe applicabile, ma essendo una tassa questo non è legittimo! Afferma infatti la Corte: “Gli atti con i quali i gestori manifestano la pretesa creditoria hanno natura intrinseca di atti amministrativi. Ne discende che gli stessi devono possedere tutti i requisiti fondamentali dei provvedimenti impositivi e, segnatamente, la motivazione che giustifica la richiesta di pagamento del gestore.

Rimborso Iva tassa sui rifiuti

Un bel pò di denaro gettato nell’immondizia. Non si può esprimere in altri termini l’Iva pagata sulla tassa dei rifiuti. Già perchè se avete conservato la ricevuta delle tasse e su di esse vi é stata applicata l’Iva allora potrete chiederne il rimborso immediato. L’azione legale sarà avviata dal Codacons per ottenere la restituzione dell’Iva pagata sulla tassa per lo smaltimento rifiuti. La Corte di Cassazione ha infatti stabilito che il corrispettivo che i cittadini devono pagare per la raccolta e smaltimento dei rifiuti è una tassa e non una tariffa e quindi l’Iva é inapplicabile. Non si può infatti ‘Ivare’ una tassa. La tariffa di igiene ambientale (TIA) si rivela iin realtà nella fattispecie una Tassa per lo smaltimento dei rifiuti urbani (TARSU). Questa IVA al 10% non doveva essere pagata, e ora può essere recuperata attraverso il ricorso alle Commissioni tributarie.