Il Fisco prepara il decreto contro le false fatture

In arrivo il decreto del Fisco contro le False fatture, le quali non saranno punibili se inferiori alla cifra di mille euro. E’ quanto si evince dalle bozze del decreto sull’abuso del diritto, uno dei provvedimenti legislativi della delega fiscale con cui le Camere hanno delegato il governo a riscrivere le norme del fisco.

Cassazione: la doppia punibilità nelle fatture false

Che lo si voglia o no, l’evasione fiscale occupa in maniera ingombrante le cronache di ogni singola giornata italiana: ne è una chiara testimonianza l’ultima sentenza della Corte di Cassazione, la quale è intervenuta su un caso che riguardava l’emissione e l’uso di fatture per operazioni fasulle da parte di una stessa persona. In questo caso, i giudici di Piazza Cavour hanno concordato che si ha a che fare con due condotte proprie. Questo vuol dire che non si può far rientrare la fattispecie in quanto previsto dal nono articolo del Decreto legislativo 74 del 2000 (“Nuova disciplina dei reati in materia di imposte sui redditi e sul valore aggiunto”), il quale vieta la punibilità doppia. Quest’ultima ha quindi ragione di esistere in situazioni simili a quella appena menzionata.

Fisco recupera 1 miliardo di euro al mese

La lotta all’evasione comincia a dare i suoi frutti ed i numeri della Guardia di Finanza potrebbero finalmente scoraggiare i “furbetti” e rilanciare la lotta all’evasione. Per anni siamo stati abituati a far finta di nulla di fronte ad un problema che probabilmente ha causato quasi da solo la crisi di uno Stato, arrivato ad essere paragonato a Spagna e Grecia per via dei conti pubblici.

Il debito Italiano è gravato anche da questo aspetto, che ora viene combattuto con determinazione dalle più alte cariche dello Stato, con Napolitano in prima linea. I risultati dei primi quattro mesi di stretta fiscale (iniziati più o meno con il blitz di Cortina) sono incoraggianti; 4 miliardi di euro di frodi sono state scoperte e coinvolgono 2226 persone. Nel 27% dei casi queste avevano utilizzato fatture false, nel 19% dei casi le avevano invece emesse mentre il 17% non avevano presentato la dichiarazione ed infine il 14% aveva occultato o distrutto la contabilità per evadere l’iva.

La Cassazione interviene sui reati relativi alle fatture false

La decisione potrebbe sembrare strana, ma dato che proviene dal massimo grado di giudizio, la Corte di Cassazione, non si può che prenderne atto. Quasi tre settimane fa, infatti, i giudici di Piazza Cavour hanno tentato di tracciare un limite tra il reato di emissione e quello che prevede lo sfruttamento di fatture relative a operazioni inesistenti: in pratica, come stabilito in maniera puntuale dagli “ermellini”, il contribuente si macchia del reato di emissione di fatture false quando le sottopone a contabilità dopo averle ricevute, nonostante non le abbia inserite all’interno della dichiarazione dei redditi.

Rovigo: tre centri medici si appoggiavano fiscalmente a Madeira

Si conosceva già tempo il regime fiscale agevolato praticato da Madeira: l’arcipelago portoghese viene infatti considerato da tempo una zona franca in questo senso e una conferma è giunta proprio dal nostro paese. Gli accertamenti dell’Agenzia delle Entrate di Rovigo hanno consentito di portare alla luce una evasione da ben 700.000 euro, una somma che non si deve sottovalutare, visto che si riferisce a tre centri medici del capoluogo veneto. Che cosa è successo con esattezza? Le strutture in questione emettevano delle fatture fiscali false mediante il determinante operato di una società che aveva sede appunto nell’Isola di Madeira; tra l’altro, i centri coinvolti nell’indagine della nostra amministrazione finanziaria erano convenzionati anche col Servizio Sanitario Nazionale.

Detrazione indebita dell’Iva: il diritto va sempre dimostrato

Nel caso in cui un singolo contribuente abbia intenzione di far valere il proprio diritto alla detrazione dell’Iva, egli dovrà sempre fornire la prova della legittimità della fonte e della correttezza del diritto. È quanto stabilito dalla Corte di Cassazione, la quale ha dunque rinforzato e ribadito il principio secondo cui, quando il Fisco provvede a contestare al contribuente la detrazione indebita dell’imposta (si tratta, per l’appunto, di fatture false), quest’ultima va recuperata a tassazione se il contribuente non ha provato l’effettiva esistenza delle operazioni documentate dalle fatture. La pronuncia della Suprema Corte è giunta a seguito di un ricorso dell’Agenzia delle Entrate contro una sentenza della Commissione Tributaria regionale: per la precisione, questa sentenza sarebbe stata in contrasto con le disposizione del Dpr 633 del 1972.

 

Compensazioni fiscali: dal 2010 le maglie si stringono

A partire dal prossimo anno, a livello fiscale, ci sarà un vero e proprio giro di vite contro il fenomeno delle compensazioni di crediti fittizi ed inesistenti; a farlo presente con una nota è stata nelle ultime ore l’Agenzia delle Entrate nel precisare che, in accordo con quanto contenuto nella manovra anticrisi del Governo, le nuove disposizioni avranno decorrenza a partire dal prossimo anno anche per non creare disparità di trattamento nei confronti di chi, entro la metà del mese scorso, ha già provveduto ad effettuare i versamenti delle tasse rinvenienti da Unico 2009 avvalendosi della compensazione. La “stretta” sulle compensazioni, quindi, non andrà ad interessare i versamenti che i contribuenti, siano esse società o persone fisiche, si appresteranno a fare nel mese corrente. Nel dettaglio, dal prossimo anno prima di poter portare in compensazione, ad esempio, dei crediti sull’imposta sul valore aggiunto (IVA), gli importi dovranno prima essere comunicati con delle modalità ad hoc all’Agenzia delle Entrate.