Tasse locali: ecco dove si paga di più

Nel nostro Paese i Comuni italiani dove si pagano più tasse locali si trovano nella Regione Lazio. A rivelarlo è un Rapporto a cura dell’Ufficio Studi della CGIA di Mestre da cui è in particolare emerso come nella classifica nazionale, a valere sul 2010, ai primi cinque posti, per pressione tributaria pro-capite, ci siano ben cinque comuni laziali. Nel dettaglio, a fronte di una media pro-capite di pressione tributaria, su scala nazionale, pari ad oltre 1.200 euro, il Comune di Rieti svetta con ben 1.934 euro pro-capite; al secondo posto troviamo Latina con 1.899 euro e Frosinone sul gradino più basso del podio con 1.823 euro pro-capite di tasse locali pagate in media da ogni cittadino residente. Il Comune di Roma occupa, sempre su scala nazionale, la quinta posizione con 1.758 euro pro-capite dietro al Comune di Viterbo, dove la media è di 1.803 euro a contribuente.

Fisco Sicilia: evasione nel campo delle affissioni pubblicitarie

Per quel che riguarda sia le attività istituzionali dei comuni, sia quelle di controllo fiscale da parte dell’Agenzia delle Entrate, vi rientrano tra gli ambiti di intervento rilevanti anche le affissioni pubblicitarie. A farlo presente il mese scorso è stata la Direzione regionale Sicilia dell’Agenzia delle Entrate dopo aver recuperato oltre 150 mila euro evasi da un imprenditore che “occultava” la pubblicità. Nel dettaglio, un imprenditore del siracusano pagava solo in parte l’imposta sul valore aggiunto (Iva) e le imposte dirette, e “saltava” il pagamento sia dei diritti sulle pubbliche affissioni, sia dell’imposta comunale sulla pubblicità. E’ stato proprio il Comune siciliano, attraverso la cosiddetta “segnalazione qualificata”, a notificare all’Agenzia delle Entrate la situazione anomala e potenzialmente evasiva a carico dell’imprenditore di Siracusa operante nella gestione degli impianti pubblicitari.

Evasione fiscale: 11 anni prima che bussi l’ispettore

Nel nostro Paese il 15% delle grandi società di capitali dichiara redditi inferiori al livello dei 10 mila euro, ovverosia meno di un impiegato; ma analizzando i bilanci delle imprese dal 2005 al 2008, considerando sempre le società di capitali, circa 800 mila nel nostro Paese tra società per azioni e società a responsabilità limitata, metà di queste non pagano le imposte sui redditi in quanto dichiarano, anche per più anni consecutivi, dei bilanci in rosso. Questo è, tra l’altro, quanto mette in evidenza l’Associazione Contribuenti.it nel sottolineare come a livello statistico il tempo che passa affinché il Fisco bussi alla porta di un evasore fiscale sia pari a ben 11 anni. Questo per dire che è praticamente impossibile ogni anno andare a stanare tutti gli evasori fiscali proprio perché ci sarebbe bisogno di un vero e proprio esercito di funzionari preposti a scovare i furbi. In base alle stime elaborate proprio dall’Associazione Contribuenti.it, lo scorso anno il Fisco ha effettuato controlli su meno del 10% dei potenziali evasori, da cui si evince come la probabilità di incontrare l’ispettore per un evasore fiscale sia di una ogni 11 anni.

Tasse troppo alte e famiglie sempre più povere

Nei mesi scorsi si è parlato in Italia di abbassamento della pressione fiscale, quoziente familiare, revisione delle aliquote Irpef e redistribuzione del prelievo fiscale dai redditi ai consumi con l’ipotesi di andare a colpire maggiormente le rendite finanziarie. Ebbene, la crisi della Grecia, sfociata nella crisi dell’euro e dei mercati azionari ed obbligazionari, ha cambiato le carte in tavola al punto che la riduzione delle tasse potrebbe lasciare il posto ben presto ad un aumento. E’ questo infatti l’orientamento del Governo che, in particolare, deve mettere a punto una manovra finanziaria da 25 miliardi di euro per far quadrare i conti e per la quale, probabilmente, si andranno a toccare voci di spesa “sensibili” come le pensioni. Inoltre, presto in alcune Regioni potrebbe aumentare il prelievo fiscale per quel che riguarda le addizionali su Irpef e Irap; questo perché ci sono alcune Amministrazioni regionali i cui conti della sanità non tornano, ragion per cui dall’ipotesi di riduzione delle tasse per molti contribuenti si passerà ad un aumento.

Più tributi da pagare e sempre meno servizi

Gli italiani pagano sempre più tasse e tributi locali a Comuni, Regioni e Province, ma nel complesso, salve qualche caso raro sul territorio, ricevono sempre meno servizi. E’ questa, in estrema sintesi, la fotografia scattata da Krls Network of Business Ethics con un Rapporto commissionato da Contribuenti.it e che sarà pubblicato nel numero mensile dell’Associazione nel corrente mese di maggio. Per quest’anno, in particolare, gli italiani andranno a pagare in media il 6,8% in più di tasse locali rispetto all’anno precedente; trattasi chiaramente di una situazione allarmante per la quale il presidente di Contribuenti.it Associazione Contribuenti Italiani, Vittorio Carlomagno, ritiene che si debba porre rimedio, innanzitutto, attraverso l’istituzione, presso le Prefetture di tutta Italia, di un Garante per la sorveglianza dei tributi. Lo studio sulla pressione fiscale da tasse locali, da parte di Krls Network of Business Ethics, è stato effettuato a 360 gradi ed ha riguardato nello specifico, per i Comuni, le entrate relative alle addizionali comunali, l’Ici, l’Iciap, l’Irpef, la tassa cimiteriale e l’imposta sulla pubblicità.

Addizionale comunale Irpef: aumento record in dieci anni

Dall’anno 1999 all’anno 2008, in Italia il gettito fiscale, a favore dei Comuni, dell’addizionale comunale sull’imposta sul reddito delle persone fisiche (Irpef) è aumentato di ben il 1.500%, per l’esattezza di una percentuale pari al 1.566%. A rilevarlo è stata la Cgia di Mestre, la quale ha in particolare constatato come dai 156 milioni di euro di addizionale Irpef incassata dai Comuni italiani nel 1999, si sia passati ai 2,6 miliardi di euro di gettito fiscale complessivo nell’anno 2008. C’è da dire che nel suo primo anno di applicazione dell’addizionale Irpef, solo un terzo dei comuni italiani l’aveva adottata, mentre nel 2008 la percentuale di adozione è salita al 75,7% del totale dei Comuni italiani. E così, anche per effetto, nel frattempo, dell’aumento delle aliquote, i contribuenti italiani con l’addizionale comunale arrivano ora a pagare, in media, ben 104 euro l’anno rispetto ai 26 euro del 1999.

Contratti produttività: codici tributo detassazione restano invariati

Quello sulla detassazione dei contratti di produttività è un provvedimento che, con la Legge numero 191 del 23 dicembre 2009, è stato esteso anche a tutto il 2010. A ricordarlo è l’Agenzia delle Entrate dopo che tale agevolazione, consistente nella tassazione agevolata, pari ad un’imposta sostitutiva del 10% sulle somme che, in merito agli incrementi di produttività, vengono erogate dai datori di lavoro ai dipendenti, è stata prima avviata in via sperimentale nel secondo semestre 2008, anche come misura di abbassamento della tassazione sul lavoro, e poi è stata prorogata per tutto il 2009 anche come misura anticrisi con il Decreto Legge numero 185 del 2008. Ebbene, al riguardo l’Agenzia delle Entrate ha reso noto che i codici tributo anche per quest’anno rimangono invariati, ovverosia restano quelli che l’Amministrazione finanziaria ha istituito con una risoluzione, la numero 287/E datata 8 luglio 2008.

Tasse 2010: aumenteranno quelle locali e quelle statali

Nel 2010 la città italiana dove la pressione fiscale locale a livello tributario crescerà di più è quella di Napoli; a rilevarlo è Contribuenti.it in base ad un’indagine commissionata e realizzata da Krls Network of Business Ethics. Ma nel complesso c’è poco da stare allegri visto che dal Rapporto è emerso come nel 2010 crescerà in Italia sia la pressione fiscale statale, con un +0,7%, sia quella locale con un +5,3%. In particolare, nel 2010 a Napoli un cittadino pagherà di tasse locali ben 2.468,26,00 euro rispetto ad una media italiana di 1.670,21 euro; pur tuttavia, l’Associazione Contribuenti.it sottolinea come il triste primato di Napoli sia comunque “falsato” dalla tassa sui rifiuti che incide per ben 452,80 euro.

Pressione fiscale: Basilicata, aumentano le addizionali Irpef

Dall’anno 2006 e fino all’anno 2008, nella Regione Basilicata, la fiscalità locale è aumentata in molti Comuni. A rilevarlo è uno studio della Cisl presentato oggi a Potenza; dal Rapporto, in particolare, è emerso come in quatto comuni lucani su dieci le addizionali Irpef siano aumentate, mentre nei restanti la pressione fiscale, sempre a livello di addizionali Irpef, è rimasta stabile. Uno dei casi emblematici è proprio rappresentato dalla città di Potenza, dove nel periodo l’addizionale sull’imposta sul reddito delle persone fisiche (Irpef) è aumentata del 60%, ma nella città Matera si è arrivati addirittura a +167%, con conseguenti ripercussioni sull’erosione dei redditi percepiti dalle famiglie a reddito fisso.

La detassazione degli straordinari nel modello Unico 2009

Una delle novità più interessanti che presenta il modello della dichiarazione dei redditi Unico 2009 riguarda sicuramente la detassazione degli straordinari e delle somme volte a incrementare la produttività aziendale. In proposito, sono stati inseriti due appositi righi (RC4 e RC5) per la rettifica della tassazione relativa al 2008: questi due righi vanno compilati solamente da quei contribuenti che hanno l’obbligo di portare a rettifica l’assoggettamento a imposta di quello che hanno guadagnato nell’anno passato. Nel caso, invece, non sia necessario effettuare delle rettifiche, ovviamente i due righi vanno lasciati in bianco. La grande innovazione di Unico 2009 consiste proprio nel fatto che il modello già presentato può essere corretto nel corso della stessa presentazione. Si deve però anche dire che esistono due tipologie di rettifica in questo senso: anzitutto, vi sono le rettifiche obbligatorie, tra cui, solo per fare un esempio, le variazioni che nascono dall’applicazione dell’imposta sostitutiva del 10%, e poi le rettifiche facoltative, come il ripristino della tassazione al 10% e l’opzione di scelta in favore della tassazione ordinaria. Un dato che può essere sottolineato si riferisce al fatto che per l’anno in corso la detassazione continua a proseguire, ma solo per quel che concerne le somme che sono state erogate ai dipendenti per la loro produttività ed efficienza.