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Pignoramento, quando è legittimo?

Quando è possibile legittimare un pignoramento? Quali condizioni devono esserci?

Per quanto concerne l’esecuzione esattoriale, qualora la parte destinataria di una cartella di pagamento contesti esclusivamente di averne ricevuto la notificazione e l’agente per la riscossione dia prova della regolare esecuzione della stessa (secondo le forme ordinarie o con messo notificatore ovvero mediante invio di raccomandata con avviso di ricevimento), resta preclusa la deduzione di vizi concernenti la cartella non tempestivamente opposti, né sussiste un onere, in capo all’agente, di produrre in giudizio la copia integrale della cartella stessa, a tal fine bastando le informazioni desumibili dalla relata di notifica (o l’avviso di ricevimento) nonché dall’estratto di ruolo.
È questo l’interessante principio che si ricava dalla sentenza della Cassazione 12888 del 23 giugno 2015, con cui è stato rigettato il ricorso di un contribuente.

Facciamo un esempio specifico.

Un contribuente proponeva opposizione all’esecuzione di un pignoramento presso terzi, contestando la nullità del sequestro per l’omesso deposito delle cartelle esattoriali poste in esecuzione nonché per l’inesistenza o la nullità della notifica delle stesse.
Equitalia, dal canto suo, provvedeva a depositare le fotocopie delle relazioni di notifica delle cartelle di cui il contribuente disconosceva l’autenticità.

Il Tribunale di Bologna rigettava l’opposizione: avverso tale pronuncia il contribuente proponeva ricorso per cassazione con cui denunciava, tra l’altro, la violazione dell’articolo 543 cpc, nonché degli articoli 26, comma 5, e 57, comma 2, del Dpr 602/1973. Secondo il ricorrente, il Tribunale avrebbe erroneamente ritenuto irrilevante il mancato deposito delle cartelle di pagamento poste a base del pignoramento (che avrebbero consentito al debitore di meglio esercitare il proprio diritto di difesa), a fronte del deposito del ruolo.
Con un altro motivo di ricorso, collegato al precedente, il contribuente denunciava violazione di legge e contraddittorietà della motivazione, contestando la mancata prova dell’esistenza e della notifica degli atti prodromici all’esecuzione (in particolare le cartelle di pagamento), non essendo sufficiente il deposito delle relate di notifica in quanto staccate e prive degli atti notificati.

La Cassazione, con la pronuncia in commento, ha rigettato il ricorso del contribuente con condanna dello stesso alla refusione delle spese di lite.
Secondo i giudici di legittimità, in tema di esecuzione esattoriale, nei giudizi in cui si contesti la notifica della cartella di pagamento, “non sussiste un onere, in capo all’agente (della riscossione), di produrre in giudizio la copia integrale della cartella stessa” (cfr Cassazione, sentenza 10326/2014); ciò per una ragione semplice: “La cartella esattoriale non è altro che la stampa del ruolo in unico originale notificata alla parte, ed il titolo esecutivo è costituito dal ruolo. L’amministrazione non è quindi in grado di produrre le cartelle esattoriali, il cui unico originale è in possesso della parte debitrice”.