Polonia: nuove tasse sul sistema bancario frenano Unicredit

 Secondo alcune indiscrezioni, il Governo polacco potrebbe introdurre per la fine dell’anno nuove tasse per 350/400 milioni di euro a carico del sistema bancario. Unicredit controlla la Bank Pekao, detenendone una quota importante. Potrebbe essere stata “contagiata” dall’Ungheria? Quest’ultima infatti, contravvenendo alle indicazioni del Fondo monetario internazionale e dell’Unione europea, tramite il parlamento di Budapest, a larga maggioranza (301 voti a favore e 12 contrari), ha approvato un pacchetto di misure economiche che prevede una tassa salata per gli istituti di credito e le compagnie di assicurazione. Tenendo conto che la quota di Unicredit in Bank Pekao è del 60%, una prima stima indicativa della maggior tassazione si aggira attorno ai 40/50 milioni di euro, un colpo non troppo duro per l’istituto finanziario contando che sarà un impatto pari al 2/3% dell’utile netto, ma non sono pochi a immaginare che la banca poi decida di aumentare dei costi, in altri Paesi, per colmare la lacuna in Polonia.

Manova finanziaria: le novità della riforma del Catasto

 Il decreto legge 78 di quest’anno (la cosiddetta “manovra finanziaria”), convertito poi con delle opportune modifiche dalla legge 122 e corroborato dalle spiegazioni della circolare numero dello scorso 3 agosto dell’Agenzia delle Entrate, rappresenta il testo di riferimento per quel che concerne la riforma del Catasto: che cosa c’è di nuovo in questo senso? Le novità sono davvero molte e si parte da una nuova Anagrafe immobiliare (la quale diverrà operativa soltanto a partire dal 2011) fino ad arrivare alle nuove norme sui contratti del settore. L’anagrafe appena descritta, anzitutto, avrà il compito di individuare tutti gli immobili nel modo più corretto possibile, senza tralasciare ovviamente la base imponibile e i relativi diritti reali dei contribuenti. L’Agenzia del Territorio, tra l’altro, punta molto su una più stretta collaborazione tra i vari Comuni del nostro paese, al fine di ottenere un accertamento molto accurato; dunque, tutte le attività dei Consigli Tributari saranno monitorate costantemente.

Agenzia delle Entrate e Inail siglano patto antievasione

 A partire dal prossimo mese di settembre sarà operativo nel nostro Paese un gruppo di supervisori che avrà l’incarico, tra l’altro, di mettere a punto le procedure di scambio informativo e di incrocio delle banche dati tra l’Agenzia delle Entratre e l’Inail al fine di rendere ancora più tempestiva ed efficace la lotta all’evasione e all’elusione contributiva. Questo dopo che Attilio Befera, direttore dell’Agenzia delle Entrate, e Marco Fabio Sartori, presidente dell’Inail, hanno siglato un vero e proprio patto antievasione di durata quinquennale che sarà in grado di attivare una vera e propria attività di business intelligence. Attraverso gli incroci e le comparazioni delle banche dati Inail – Entrate, potranno così essere potenziate le attività di verifica; in particolare, l’Amministrazione finanziaria dello Stato metterà a disposizione dell’Inail gli archivi dell’Anagrafe Tributaria, mentre l’Inail schiuderà, in entrambi i casi nel rispetto delle disposizioni sulla privacy, il proprio archivio per quel che riguarda il “Gra”, ovverosia l’archivio relativo alla Gestione del rapporto assicurativo.

Energia solare e tasse per privati e imprese

 La produzione di energia elettrica da fonte fotovoltaica sia ai fini dell’autoconsumo privato o aziendale, sia per la vendita si diffonde sempre di più. Conseguenza dell’importante sovvenzione (tariffa incentivante) che il sistema energetico nazionale elargisce a chi installa questo tipo di impianti. L’impianto fotovoltaico è un apparato in grado di produrre energia elettrica trasformando direttamente l’energia solare in energia elettrica. Grazie agli incentivi statali sul fotovoltaico erogati dal GSE infatti é possibile guadagnare producendo energia elettrica. Il GSE è l’ente che per conto dello Stato si occupa dello stanziamento dei contributi statali relativamente al finanziamento del progetto fotovoltaico e l’installazione dei relativi pannelli.

Cassazione: no al ricorso delle Entrate per le tasse di Vanna Marchi

 La vicenda relativa a Vanna Marchi è venuta a galla verso la fine del 2001: è da quel momento, infatti, delle truffe perpetrate mediante le vendite televisive, reati per i quali c’è stata una condanna, della stessa Marchi e della figlia Stefania Nobile, a dodici anni complessivi di reclusione. Ebbene, il nome citato poc’anzi ritorna di stretta attualità, ma in questo caso per una questione relativa al fisco e alle tasse. Che cosa è successo di preciso? La Corte di Cassazione ha provveduto a rigettare il ricorso che era stato presentato dall’amministrazione finanziaria del nostro paese, una richiesta che era stata avanzata al fine di tentare un recupero, seppur parziale, ma comunque sempre consistente, delle imposte dovute dall’imbonitrice della televisione, la quale si trova attualmente nel carcere di Bologna. L’obiettivo dell’Agenzia delle Entrate era abbastanza chiaro in questo senso, ma il modus operandi è stato totalmente sbagliato.

Multe Roma: i risultati del concordato

 Dal cosiddetto “concordato” sulle multe per infrazioni al Codice della Strada, il Comune di Roma, a conclusione del periodo di adesione da parte dei cittadini della Capitale, ha incassato quasi 28 milioni di euro. A darne notizia è stata proprio l’Amministrazione comunale nel sottolineare come quasi 110 mila romani abbiano così potuto sanare le vecchie posizioni aperte su multe elevate fino alla data del 31 dicembre del 2004. Nel dettaglio, il Comune di Roma ha incassato poco più di 1,84 milioni di euro dagli automobilisti multati a Roma ma residenti altrove, e quasi 25,8 milioni di euro dal mini-condono con lo sconto su multe elevate nella Capitale ai residenti. Chi ha aderito al concordato ha potuto sanare le multe pregresse non pagate con uno sconto pari a ben due terzi dell’importo originario visto che sono stati azzerati gli interessi che nel frattempo erano maturati e che nel frattempo avevano fatto raddoppiare e spesso triplicare l’importo dovuto e indicato sulle cartelle di pagamento.

Liechtenstein: le Entrate incassano 25 milioni dalla lista fiscale

 Vaduz, capitale del Principato del Liechtenstein, è divenuta il nuovo centro nevralgico per quel che concerne la lotta all’evasione fiscale condotta dall’amministrazione finanziaria italiana: in effetti, il nostro Fisco è già riuscito a incassare ben 25 milioni di euro dalla lista del noto paradiso fiscale, denominata appunto “lista Vaduz”, anche se potrebbe trattarsi soltanto della punta dell’iceberg. La riscossione in questione continuerà ancora e si parla già con una certa sicurezza delle attività dei contribuenti del nostro paese nella Liechtenstein Global Trust Treuhand, le quali farebbero lievitare in maniere decisiva l’ammontare totale. L’elenco è divenuto famoso circa due anni fa, quando l’Agenzia delle Entrate ne è entrata in possesso ed ha potuto appurare l’esistenza di queste situazioni anomale. In pratica, tutto è nato quando Heinrich Kieber, ex dipendente della fondazione poc’anzi citata, si è visto sottrarre l’intero database.

Evasione fiscale: operazione Movida nella Regione Veneto

 E’ in corso nella Regione Veneto, in materia di lotta e di contrasto all’elusione e all’evasione fiscale, l’operazione “Movida“. Trattasi, nello specifico, di una campagna di controlli antievasione, nelle aree a maggiore densità turistica della Regione Veneto, messa a punto dagli “007” dell’Agenzia delle Entrate in collaborazione con i funzionari della Società Italiana degli Autori ed Editori (SIAE). Nel mirino del Fisco sono già finiti numerosi ristoranti, bar e discoteche nelle vicinanze di Garda ed a Jesolo, Bibione, Chioggia e Bardolino; da questi primi controlli, che continueranno nella Regione Veneto per tutta l’estate, i 14 ispettori della Società Italiana degli Autori ed Editori, ed i 27 funzionari dell’Agenzia delle Entrate scesi in azione, hanno rilevato rispetto alla settimana precedente un incremento degli incassi del 135%.

Irap su Pmi: tassa raggiunge 80%

 L’Imposta Regionale sulle Attività Produttive colpisce il valore della produzione netto delle imprese ossia il prodotto (il totale dei ricavi) al lordo dei costi per il personale e degli oneri e dei proventi di natura finanziaria. L’Irap diventa un peso insostenibile per le imprese ad alta intensità di lavoro con un carico fiscale complessivo che arriva a superare l’80%. Il dato emerge dall’ultima indagine dell’ufficio studi di Mediobanca, “Dati cumulativi di 2025 società italiane”, relativo al secondo semestre 2010, periodo che ha visto solo piccoli miglioramenti rispetto al primo semestre: le aziende italiane siano riuscite a risollevarsi dalla crisi recuperando i due terzi dei margini persi lo scorso anno. Nell’analisi però vengono citati esempi di aziende che anche in perdita sono costrette a pagare l’imposta.

Unico: come beneficiare degli investimenti ambientali detassati

 I legami tra gli investimenti “verdi” e il Fisco diventano sempre più stretti grazie all’ultima iniziativa messa a punto dall’Agenzia delle Entrate: in effetti, la risoluzione 78/E della nostra amministrazione finanziaria, documento che è stato pubblicato ormai cinque giorni fa, ha chiarito alcuni aspetti in proposito, illustrando in particolare come collocare nella dichiarazione dei redditi gli investimenti ambientali sottoposti a detassazione. Entrando nel dettaglio, c’è da dire che esiste in proposito uno specifico codice tributo (99), il quale si riferisce appunto all’uso dell’agevolazione tributaria in questione, la quale va a ricomprendere tutte quelle spese che sono state sostenute dalle piccole e medie imprese nel corso del 2009. La risoluzione citata in precedenza rappresenta proprio l’elenco completo delle istruzioni da seguire in questo senso, in modo da indicare con precisione e accuratezza le variazioni in diminuzione all’interno del quadro RF del modello Unico. Le spese a cui hanno pensato le Entrate sono quelle che hanno come fine precipuo quello di tutelare l’ambiente, ma che comunque non rappresentano una parte integrante del reddito (il riferimento normativo è la legge 388 del 2000, vale a dire la Finanziaria del 2001).

Accertamenti: esercizi commerciali Roma, operazione tavolino selvaggio

 Nella Capitale gli accertatori della società Roma Entrate da un lato, e la Polizia Municipale dall’altro, hanno unito le forze per mettere a punto tutta una serie di controlli a carico degli esercizi commerciali nell’ambito della cosiddetta operazione “tavolino selvaggio”. In pratica si tratta di andare a verificare se l’esercizio commerciale nel corso dell’attività utilizzi per i tavolini all’aperto un’area più estesa rispetto a quella concessa, o se addirittura mette i tavolini fuori senza essere in possesso di alcuna autorizzazione. L’operazione tavolino selvaggio, così come previsto dall’ordinanza numero 128 del 25 maggio scorso, firmata da Gianni Alemanno, Sindaco della Capitale, attiva i controlli in via sperimentale solamente per il territorio del Municipio I di Roma, e prevede a carico dei trasgressori multe variabili da un minimo di 200 ad un massimo di 500 euro; inoltre, in funzione dell’entità e della gravità dell’abuso l’esercizio commerciale rischia sia di vedersi tolta l’autorizzazione a mettere i tavolini fuori, sia di dover chiudere temporaneamente l’esercizio in caso di recidiva.

Emersione degli affitti in nero a Roma e Milano

 Affitti in nero a Roma: l’evasione vale 272 milioni di euro all’anno in termini di maggiore Irpef versata, il federalismo fiscale promette di far lievitare i nuovi tributi incassati dai comuni fino quasi a raddoppiarli. 400 milioni di euro é invece la cifra che si otterrebbe annoverando anche il comune di Milano. Tanto potrebbe il gettito, complessivamente, nelle casse del comune di Roma e in quelle del comune di Milano tassando gli affitti sommersi con la cedolare secca al 20%. I dati emergono da un’indagine del Sole 24 ore, che riporta anche una classifica delle città con il maggior numero di affitti in nero.

Assicurazioni estere, le Entrate illustrano il modello fiscale

 La risoluzione 80/E che l’Agenzia delle Entrate ha provveduto a pubblicare tre giorni fa è entrata nel merito della disciplina fiscale da applicare per un determinato tipo di imposta: si tratta infatti del tributo che è dovuto sui premi incassati mensilmente dalle imprese operanti nel campo dell’assicurazione, sia quelle del nostro paese che quelle estere. In particolare, il documento dell’amministrazione finanziaria ha approfondito le specifiche modalità con cui si potranno denunciare e versare le somme in questione. La novità rilevante consiste proprio nella citazione delle società che operano all’estero, visto che non hanno l’obbligo di nominare un apposito rappresentante fiscale per portare a termine queste operazioni. Tra l’altro, bisogna anche ricordare che risale ormai a qualche mese fa l’approvazione del nuovo modello per la denuncia dell’imposta sulle assicurazioni (il cosiddetto F23), il quale deve necessariamente fruire della modalità elettronica (è possibile fare ricorso a degli intermediari abilitati).

Irap: risparmio fiscale per le imprese piemontesi che assumono

 Nella Regione Piemonte, alla fine del mese scorso, nell’ultima riunione prima della pausa estiva, il Consiglio regionale, a seguito di un accordo raggiunto dalla maggioranza e dall’opposizione, ha approvato nell’ambito del piano straordinario per l’occupazione un’importante misura a favore delle imprese. La misura, nello specifico, consiste in uno sgravio sull’imposta regionale sulle attività produttive (Irap) a favore di quelle aziende che assumono lavoratori con contratto di lavoro a tempo indeterminato; il risparmio fiscale previsto, inoltre, raddoppia nel caso in cui l’impresa assuma un dipendente di età superiore ai 50 anni, ed in ogni caso il beneficio potrà essere cumulabile con gli incentivi sul cuneo fiscale.