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Oms, tassazione di tabacco e alcool per cercare nuovi fondi

Il bastone di Asclepio è pronto a colpire in maniera indiscriminata due dei principali monopoli di Stato: è questa, in sintesi, l’intenzione che emerge con maggiore chiarezza dall’ultimo rapporto della Organizzazione Mondiale della Sanità, la quale ha auspicato una tassazione più decisa nei confronti del tabacco e dell’alcool, oltre all’introduzione di una ulteriore imposta sulle transazioni estere, in modo da agevolare il pagamento dei servizi a milioni di persone che non sono in grado di permetterselo. Ma il documento annuale dell’agenzia dell’Onu non si è limitata soltanto a questo, visto che le richieste hanno riguardato anche l’aumento della proporzione dei costi sanitari per ridurre le spese dei pazienti soggetti alla cosiddetta “catastrofe finanziaria”


I costi del settore sono in costante aumento, con l’età della popolazione, l’incremento di malattie croniche quali cancro e diabete e i sempre più esosi trattamenti da riservare ai malati che stanno rendendo impossibile utilizzare in maniera adeguata i finanziamenti a disposizione. David Evans, direttore dei sistemi finanziari presso la stessa Oms, ha anche spiegato come i servizi sanitari siano ancora una chimera per un numero molto alto di persone, semplicemente essi non esistono. Aggiungere cinquanta punti percentuali all’accisa sul tabacco dovrebbe essere la soluzione più gettonata per generare 1,4 miliardi di dollari in ben ventidue paesi che presentano i redditi inferiori alla media; tra l’altro, una tassa pari allo 0,005% sulle operazioni valutarie sarebbe capace di accumulare circa 370 milioni di dollari all’anno soltanto per una nazione, l’India.

Le “imposte sul vizio”, questo è il nome con cui sono state battezzate, hanno sicuramente il vantaggio di rastrellare importanti somme di denaro, ma soprattutto di migliorare la sanità riducendo il consumo di prodotti dannosi, come lo sono il tabacco e l’alcool appunto. L’Oms punta inoltre a contrastare in modo efficace l’inefficienza delle risorse del settore, causata, in particolare, dai pagamenti eccessivi in relazione all’acquisto di medicinali.