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Manovra finanziaria: contributo solidarietà, stangata al Nord

Uno dei provvedimenti più criticati, e contenuti nella nuova manovra finanziaria da 45 miliardi di euro del Governo, è quello relativo al cosiddetto contributo di solidarietà. Trattasi, nello specifico, di quella che è stata definita la “super irpef” in quanto va a colpire quei contribuenti che dichiarano annualmente redditi a partire da 90 mila euro. Ma a livello geografico in Italia quali aree saranno maggiormente colpite? Ebbene, al riguardo ci viene in aiuto uno studio effettuato dall’Associazione degli artigiani della CGIA di Mestre, la quale attraverso il proprio Ufficio Studi ha rilevato come la supertassa andrà maggiormente a colpire i contribuenti che risiedono nel Nord Italia.

In termini numerici, i contribuenti che dovranno pagare già da subito più tasse per il proprio reddito, in quanto sopra i 90 mila euro, sono quasi mezzo milione; di questi, in accordo con quanto riporta la CGIA di Mestre, solo il 15,57% risiede nel Sud Italia. Il 22,72% è al Centro, mentre il restante 61,71% è un cittadino/contribuente del Nord Italia. L’elaborazione, in particolare, emerge da un’analisi dell’Associazione degli artigiani mestrina prendendo a riferimento gli ultimi dati consolidati forniti dal MEF, il Ministero dell’Economia e delle Finanze.

Il contributo di solidarietà è stato anche definito come la tassa sui ricchi e sui super-ricchi, ma è anche un’imposta che molto spesso va ad interessare contribuenti che i redditi li dichiarano tutti. Da questo punto di vista, non a caso, la misura, a prima vista equa, diventa iniqua visto che ci sono contribuenti che dichiarano al Fisco meno di 90 mila euro l’anno, ma il loro reddito reale comporterebbe allo stesso modo, ed a loro carico, l’applicazione del contributo di solidarietà. Adesso resta da vedere se nel corso della discussione in Parlamento su questo e sugli altri provvedimenti saranno apportate delle sostanziali modifiche visto che, tra l’altro, il Governo non sembra orientato a porre la fiducia.