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Irpef: addizionali regionali, possibili aumenti col federalismo

Con l’entrata in vigore del federalismo fiscale, a livello di Regioni, nel 2015, potrebbe scattare a carico dei cittadini un massiccio aumento della tassazione attraverso l’applicazione delle nuove addizionali regionali ai fini dell’imposta sul reddito delle persone fisiche (Irpef). A stimarlo è infatti il Sindacato della Uil che al riguardo, tenendo conto dei contenuti dell’attuale Testo del federalismo fiscale regionale, in fase di discussione presso l’apposita Commissione Bicamerale, stima aumenti medi annui pari a ben l’82,8% a contribuente. Insomma, si tratterebbe di una vera e propria stangata fiscale visto che si passerebbe da un valore medio attuale di 273 euro pro-capite a addizionali regionali ai fini Irpef pari a ben 499 euro pro-capite. La simulazione, in particolare, è stata effettuata andando a considerare il caso peggiore, ovverosia quello per cui tutte le Regioni decidessero di aumentare le addizionali, in maniera graduale, fino al 2015 al massimo consentito.

Dalla simulazione della Uil sono emersi aumenti degli importi da pagare a carico sia dei lavoratori dipendenti, sia dei pensionati, compresi tra il 16% ed il 17% circa per chi guadagna o percepisce annualmente fino a 15 mila euro; e per i lavoratori autonomi, sempre fino a 15 mila euro, la stangata sarebbe del 150%!

Secondo quanto dichiarato dal Guglielmo Loy, Segretario Confederale della UIL, in base alla simulazione il gettito da addizionali Irpef delle Regioni passerebbe dagli attuali 8,3 miliardi di euro a ben 15,5 miliardi di euro, di cui il 91,3% del totale del gettito a carico dei pensionati e dei lavoratori dipendenti. Per questo, secondo Guglielmo Loy, i dati della simulazione effettuata dovrebbero portare ad una riflessione profonda sul federalismo fiscale e sulla sua attuazione. Per il Sindacato, infatti, il federalismo fiscale rappresenta un processo tanto necessario quanto ineludibile, ma in questo modo tutto ciò si tradurrebbe in un aumento della pressione fiscale a carico di chi vive del reddito fisso, ovverosia la maggioranza delle famiglie italiane.