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L’Inps pubblica gli importi dei contributi del settore agricolo

La circolare numero 87 che l’Inps ha provveduto a pubblicare oggi è entrata nel merito dei versamenti volontari che il settore agricolo deve garantire in questo 2012: si tratta essenzialmente delle modalità di calcolo che devono essere sfruttate per ottenere tali somme, diverse a seconda dei vari operatori agricoli. Il primo novero da approfondire è quello che comprende i lavoratori agricoli dipendenti. Questi ultimi devono far fronte a una aliquota pari al 27,7% dall’inizio di quest’anno, ricomprendendo nella categoria i dipendenti che sono stati autorizzati entro la data del 30 dicembre del 1995 e anche quelli che hanno ottenuto l’autorizzazione a partire dal giorno successivo.

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La seconda categoria che è interessata dal dettato della circolare è quella dei coltivatori diretti, dei mezzadri, dei coloni e degli imprenditori agricoli professionali. In questo caso, bisogna far riferimento alla Legge 233 del 1990 (“Riforma dei trattamenti pensionistici dei lavoratori autonomi”), il cui decimo articolo prevede quattro classi di reddito medio giornaliero, a seconda dei contributi volontari che devono essere versati: l’ente previdenziale ha quindi voluto adeguare tali classi con una percentuale di variazione annua di 2,7 punti percentuali. Gli importi, comunque, non possono mai essere inferiori ai 53,62 euro settimanali (autorizzazione entro l’ultimo giorno del 1995) e ai 61,32 euro settimanali (dopo tale data).

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Vi sono poi i contributi integrativi volontari. Ad esempio, gli operai agricoli a tempo determinato devono far fronte a dei contributi integrativi che sono commisurati all’imponibile relativo a quanto si guadagna, con tanto di applicazione dell’aliquota Ivs (Invalidità, Vecchiaia e Superstiti). Per quel che concerne, infine, i piccoli coloni e i compartecipanti familiari, le retribuzioni medie giornaliere si limitano ai salari medi convenzionali che sono stati determinati, anno per anno e in relazione a ogni singola provincia di appartenenza. Ovviamente, le aliquote non possono essere applicate per chi lavora a tempo indeterminato.