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In attesa della fine della spending review soppressi sinora 49 enti

Nonostante i tagli e le riduzioni dei costi imposti dalla spending review l’operazione di taglio degli enti inutili non è ancora del tutto completata.  Lo sfoltimento degli enti è iniziato con il varo decreto legge n. 112 del 2008 ma i rinvii e le deroghe operate hanno fatto si’ che la vera operazione di soppressione ed accorpamenti sia iniziata in tempi recenti, con il varo delle recenti leggi sulla spending review.  Infatti prima del 2011 è stato fatto un unico taglio ( gli enti Arpat, Infs ed Icram sono diventati Ispra) e dei circa 90 enti da sopprimere o accorpare alla fine pochi sono stati oggetto di interesse (Solo 16 decreti legge sono stati effettivamente varati nonostante i provvedimenti da attuare avrebbero dovuto essere molti di più).

In alcuni casi la revisione dell’ente è stata bloccata anche dal Consiglio di Stato in virtù del fatto che il provvedimento legislativo adottato non incideva sugli uffici dirigenziali ministeriali ma andava a toccare solo il numero degli enti collegiali o l’organizzazione interna.

Un azione più incisiva è stata condotta invece con il varo del Dl 78/2010 che ha dato il via alla soppressione di circa 49 enti ( alcuni, come l’Arcus o la fondazione Valore Italia, saranno soppressi nel 2014). In molti casi la soppressione ha riguardato anche enti con un notevole numero di competenze e addetti, come Monopoli di Stato ed Agenzia del Territorio. Per il primo ente è stato previsto che il personale e le competenze siano trasferite all’Agenzia delle Dogane, mentre per l’Agenzia del Territorio l’accorpamento sarà fatto con l’Agenzia delle Entrate.

Tuttavia i veri benefici che si sono avuti dall’operazione di riordino non sono ancora quantificabili, visto che in molti casi sono ancora da emanare i decreti che stabiliscono le modalità di trasferimento di competenze, personale e risorse. E’ il caso della soc. Buonitalia spa ( che si occupava di promuovere i prodotti agroalimentari italiani all’estero) soppressa di recente visti i  pesanti debiti accumulati.

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