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IMU: è stangata per gli immobili commerciali

Negli ultimi giorni tiene fortemente banco la vicenda Imu ed i termini entro cui consegnare la dichiarazione IMU. In particolare con l’ultimo intervento legislativo il Governo ha deciso che la dichiarazione, che ricordiamo deve essere presentata solo da alcune categorie di contribuenti, debba essere consegnata entro il 30 novembre 2012. La scadenza troppo ravvicinata ha però creato il panico tra gli operatori del settore, e pertanto si studiano altri provvedimenti per venire incontro ai cittadini. In particolare un emendamento proposto dal Pdl Marinello, e approvato in Commissione Bilancio alla Camera durante una discussione sul taglio dei costi della politica, potrebbe prorogare la consegna della dichiarazione sino alla data di Febbraio 2013. Oltre a stabilire una scadenza di 90 giorni per la consegna del modello, rispetto ai 30 attuali, si punta inoltre a far slittare la pubblicazione del provvedimento in Gazzetta Ufficiale in modo tale da arrivare sino alla fine di Febbraio 2013.

Secondo le ultime rivelazioni, L’imu rischia di diventare una tassa davvero pesante, sopratutto per i proprietari di immobili commerciali. Per le piccole ditte (bar, ristoranti e pizzerie) la proprietà di un immobile di circa 100 mq potrebbe infatti arrivare a costare circa 600 euro in più all’anno. La rilevazione è stata condotta sui dieci maggiori capoluoghi italiani. In media gli aumenti si attestano intorno ai 500 – 530 euro come rilevato a Firenze, Bari, Cagliari, Palermo e Napoli. Tali aumenti sono dovuti non solo alle nuove aliquote ed ai nuovi moltiplicatori adottati, ma anche al fatto che sono poche le municipalità che hanno adottato uno sconto per imprese o piccole ditte. Ad esempio a Brindisi si è previsto un aggravio per le seconde case sfitte ( arrivando all’aliquota dello 0,86 %) per destinare l’introito per abbattere le aliquote degli immobili di proprietà delle aziende produttrici di energia, anche da fonti rinnovabili (queste pagheranno l’1,06 per cento, una tariffa comunque superiore a quanto stabilito con legge dall’esecutivo).