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Fisco e Università: Umbria, controlli sulle borse di studio

L’articolo numero 34 della nostra Costituzione sancisce che le borse di studio debbano essere concesse a questi studenti che, provenienti da famiglie bisognose, sono meritevoli in ragione dei risultati raggiunti. A ricordarlo è stato Maurizio Oliviero, l’Amministratore Unico dell’Azienda per il diritto allo studio universitario (Adisu) della Regione Umbria in concomitanza con la stipula di un importante accordo tra l’Agenzia stessa, il Comando Regionale della Guardia di Finanza, e l’Agenzia delle Entrate dell’Umbria nell’ambito di una collaborazione finalizzata a far emergere le segnalazioni inerenti posizioni di soggetti che, nel percepire la borsa di studio, risultano essere caratterizzati da una sproporzione notevole tra le manifestazioni di capacità contributiva che saranno riscontrate, ed i redditi che effettivamente vengono dichiarati.

In particolare, le segnalazioni da parte dell’Adisu scatteranno in funzione delle segnalazioni che saranno fornite dall’Agenzia delle Entrate e dalla Guardia di Finanza. Il Fisco e la GdF, inoltre, si occuperanno di fornire assistenza all’Adisu anche per quel che riguarda i criteri con cui le segnalazioni dovranno essere elaborate. A firmare il protocollo d’intesa, in accordo con una nota ufficiale emessa in data odierna dalle Entrate Umbria, sono stati da un lato Gennaro Esposito, il Direttore Regionale dell’Agenzia delle Entrate, e dall’altro Maurizio Oliviero, l’Amministratore unico dell’Adisu, ed il Comandante regionale della Guardia di Finanza Fabrizio Cuneo.

L’Amministratore unico dell’Azienda per il diritto allo studio universitario (Adisu) ha inoltre colto l’occasione per sottolineare come nel corso degli anni gli obiettivi fissati nell’ambito del protocollo d’intesa si siano sempre di più rafforzati, al partire dal 2005, proprio attraverso una stretta  e soddisfacente collaborazione con il Nucleo Spesa Pubblica e Frodi Comunitarie della Guardia di Finanza. Il tutto al fine di poter pianificare accertamenti puntuali su patrimoni e su dichiarazioni dei redditi in base ai dati riportati e certificati nelle attestazioni dell’indicatore della situazione economica equivalente (Isee).

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