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Evasione fiscale: nuovo “blitz” task force antifrode delle Entrate

Continuano a ritmo incessante i “colpi” messi a segno dal Fisco in materia di contrasto all’evasione fiscale. L’Agenzia delle Entrate, nell’ambito di una campagna anti-evasione contro le compensazioni indebite, infatti, ha reso noto d’aver scovato la bellezza di trenta milioni di euro di crediti sull’imposta sul valore aggiunto (IVA) a dir poco sospetti, in quanto sfruttati per compensazioni indebite, e riguardanti gli anni di imposta 2007 e 2006. In particolare, nella rete degli “007” dell’Agenzia delle Entrate sono finite sia vere e proprie società “fantasma”, sia ultraottantenni “travestiti” da finti manager; complessivamente, grazie all’operato di sessanta verificatori, sono state passate al setaccio una quarantina di aziende operanti nel comparto dei servizi che, oltre alle compensazioni indebite, hanno conseguito un giro d’affari stimato e non dichiarato pari ad oltre 180 milioni di euro. L’Agenzia delle Entrate, con la propria task force antifrode, già da tempo ha reso nota una stretta, un vero e proprio giro di vite sul fenomeno fraudolento delle compensazioni indebite mediante le quali si saldano le imposte sfruttando dei crediti IVA inesistenti.

Il fenomeno prevalente rilevato dalle Entrate nell’ambito degli accertamenti è stato quello di una società “fantasma“, la cui attività ai fini fiscali era rilevabile per un paio d’anni dopodiché spariva letteralmente nel nulla; gli amministratori di queste aziende fittizie erano ultraottantenni, veri e propri nonni manager con centinaia di dipendenti a carico. Per quanto riguarda l’ubicazione sul territorio delle società fantasma, le verifiche delle Entrate hanno riguardato le regioni Campania, Calabria, Toscana, Emilia Romagna, Lazio e Piemonte, e sono state effettuate grazie alla collaborazione delle Direzioni regionali dell’Agenzia delle Entrate del Lazio, Campania, Toscana e Calabria che hanno affiancato i nuclei antifrode della Direzione Centrale Accertamento.

L’Amministrazione finanziaria, tra l’altro, nel comunicare i risultati conseguiti ha reso noto che i verificatori hanno raccolto una documentazione copiosa a seguito dei controlli, e che questa risulta essere tuttora al vaglio per avere un quadro completo di un fenomeno come quello delle compensazioni indebite che porta alcuni soggetti a sfruttare tale modalità come fosse un Bancomat, ma con il conto in rosso.