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Corte dei Conti: la corruzione é una tassa immorale

La corruzione é un abuso di posizione (spesso pubblica ma anche privata) per l’ottenimento di un vantaggio. Si conclude spesso in un accordo tra la persona che abusa della sua posizione di fiducia e la persona che desidera quel vantaggio. Come non menzionare la corruzione per l’aggiudicazione di appalti pubblici, anche se si parte spesso anche da piccoli regali fino all’erogazione di grosse somme di denaro per ottenere ciò che si auspica.

La concussione invece é un comportamento che consiste nel farsi dare o promettere denaro o un altro vantaggio anche non patrimoniale abusando della propria posizione. E’ diversa dalla corruzione, perchè mentre in quest’ultima c’è un accordo tra il corrotto e chi invece promette dle denaro per raggiungere l’obiettivo, la concussione può esplicarsi per costrizione o per induzione. In questo caso si profila quindi una vittima della concussione, il pubblico agente costringe o induce il privato ad avere un certo comportamento per evitare maggiori pregiudizi e quindi si sente costretto a sottostare alle ingiuste pretese del primo.

Corruzione=tassa immorale. Lo afferma il procuratore generale della Corte dei Conti, Furio Pasqualucci, nella relazione sul rendiconto generale dello Stato per il 2008:

Il fenomeno della corruzione all’interno della P.A. – afferma il procuratore – é talmente rilevante e gravido di conseguenze in tempi di crisi come quelli attuali da far più che ragionevolmente temere che il suo impatto sociale possa incidere sullo sviluppo economico del Paese anche oltre le stime effettuate dal servizio Anticorruzione e Trasparenza del ministero della Funzione pubblica, nella misura prossima a 50/60 miliardi di euro all’anno costituenti una vera e propria tassa immorale ed occulta pagata con i soldi prelevati dalle tasche dei cittadini.

Non manca chi accusa la lentezza della giustizia:

I ritardi nell’azione amministrativa – afferma il presidente della Corte dei Conti, Tullio Lazzaro – sono fonte, diretta e indiretta, di spreco di risorse pubbliche e sono sintomo e conseguenza del male, gravissimo, del non agire, del decidere di non decidere che da tanto, da troppo tempo, affligge il Paese.

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