La pressione fiscale sul Pil europeo è salita al 39,4% nel 2012 nell’Unione europea. L’Italia, dove la pressione fiscale è aumentata al 44% del Pil, è sesta per il peso di tasse e imposte fra i Paesi europei. Lo dice l’Eurostat nel rapporto annuale sulla fiscalità nei Paesi europei.
L’articolo 18 è un deterrente per le imprese
E’ nuovamente scontro sull’articolo 18, che obbliga al reintegro in caso di licenziamento illegittimo. Si
L’articolo 16 della manovra Monti, prevede l’imposta di stazionamento, un nuovo balzello che toccherà tutte le barche sopra i 10 metri e inciderà da un minimo di 5 euro al giorno per gli scafi dai 10,01 ai 12 metri fino a un massimo di 703 euro al giorno per chi invece può permettersi barche di dimensioni superiori ai 64 metri. La tassa dovrà essere pagata ogni anno a partire dal prossimo mese di maggio. A Giorgio Armani il suo ”Main” da 65 metri costera’ 256.595 euro l’anno, a Roman Abramovich andrà peggio visto che possiede uno yatch di ben 163 metri. Cifre altissime che stordiscono i comuni mortali, che però non si limitano a lanciare l’allarme che, anche tra gli addetti del settore sta già risuonando pesantemente.
Potrebbe generare un gettito di circa 2,1 miliardi, secondo le stime del governo, la tassa straordinaria sugli oltre 180 miliardi condonati con lo scudo fiscale. Ma d’altra parte potrebbe rivelarsi molto fumo e nulla più: la procedura prevede che siano le banche a trattenere l’imposta dalle attività rimpatriate, ma se il contribuente ha reinvestito il denaro in altre attività finanziarie o semplicemente ha spostato la sua posizione presso un’altra banca, chi sarebbe il sostituto di imposta? Un’operazione non facilissima quindi, inoltre, sulla sua concretizzazione potrebbe pesare anche le perplessità degli intermediari finanziari interessati. E’ questo il quesito a cui sono giunti i tecnici della Camera dopo un’attenta analisi del decreto legge.
Un aumento della pressione fiscale pari al 45 per cento del Pil potrebbe portare a una riduzione del prodotto interno lordo, secondo il sillogismo meno denaro a disposizione-meno consumi-diminuzione della produzione, in una spirale vorticosa a cui si accompagnera’ la contrazione del ricavato delle imprese, valutabile a circa mezzo punto percentuale. Un dato significativo che e’ emerso dalle audizioni del Governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, e del presidente della Corte dei Conti, Luigi Giampaolino, di fronte alle Commissioni Bilancio e Finanze della Camera.
Il nuovo esecutivo ha finalmente presentato in conferenza stampa tutte le novità contenute nella manovra anti-crisi. Il premier ha spiegato ai cronisti che questo potrebbe essere chiamato “decreto salva-Italia”, le cifre rispecchiano in toto le richieste della Commissione Europea, che nutre parecchie speranze sul nostro Paese. Meno di un mese fa, i governatori di Francia e Germania avevano sottolineato che se l’Italia avesse dichiarato default, per l’euro non ci sarebbero state più speranze. La sintesi? L’Italia é costretta a prendersi questa responsabilità e il nuovo premier, nella cosiddetta manovra “salva Italia” ha inserito una serie di provvedimenti per rimpinguare le magre casse dello Stato.
Monti ha deciso di portare l’Italia fuori dalla crisi, o almeno, da quella crisi economica che sta mettendo in discussione la presenza del nostro Paese nell’area euro. Grazie a una “squadra snella e forte”, quella composta da una serie di ministri tecnici, avrà l’arduo compito di portare il bilancio italiano in pareggio entro il 2013. Meno di una settimana fa è iniziata alla Camera la discussione sulla riforma dell’articolo 81 affinchè venga introdotto il principio del pareggio di bilancio in Costituzione.