La tassa più odiata rimane il canone RAI

È inutile, possiamo girare e rigirare le carte come vogliamo, ma la tassa peggio digerita dallo stomaco (o forse più dalle tasche) degli italiani rimane il canone RAI. Sarà perchè il servizio offerto non é più gradito da accettare di dover pagare, sarà perchè arriva alla fine dell’anno proprio quando abbiamo già prosciugato la tredicesima… Un sondaggio realizzato dall’Ifel, il centro studi dell’Anci, l’associazione dei comuni, in collaborazione con l’istituto di rilevazioni Swg ha rilevato gli italiani non solo non considerano tutte le tasse allo stesso modo ma non le considerano tutte ugualmente ingiuste e soprattutto, per il 29,8% degli 8mila intervistati, nessun ente pubblico spende in maniera corretta il gettito derivante dai tributi.

Oggi scade pagamento canone Rai, esenzione

In data odierna scade il pagamento del canone Rai, abbiamo ancora poche ore per pagare ed evitare di pagare delle more, dal 1° febbraio infatti scattano delle piccole penalità per i ritardatari, che si andranno facendo via via più consistenti. Ma non tutti devono corrispondere i 110,50 Euro del canone Rai: chi possiede determinati requisiti ha diritto all’esenzione. Hanno diritto all’esenzione dal pagamento del canone Rai tutti coloro che hanno compiuto i 75 anni d’età, che vivono da soli o con il coniuge e hanno un reddito annuo che non superi i 6713,98 euro.

Canone Rai, gli over 75 più poveri possono ottenere il rimborso

Il canone della Rai è tradizionalmente una delle tasse meno preferite dai contribuenti italiani, sia per i suoi continui rincari annuali, sia per una corrispondente scarsa qualità dei servizi offerti, così come viene lamentato da più parti: ma finalmente, grazie all’ultima circolare dell’Agenzia delle Entrate (si tratta della 46/E pubblicata proprio nel corso della giornata di ieri), qualche soggetto potrà beneficiare di una abolizione fiscale in questo senso e anche di un rimborso per gli anni passati. Volendo essere più precisi, si deve dire che il Fisco è venuto in soccorso dei contribuenti che hanno più di 75 anni di età e che vantano i redditi più bassi, i quali potranno ottenere la restituzione delle somme pagate nel triennio 2008-2010 seguendo delle specifiche regole. La possibilità esiste comunque già da qualche tempo, vale a dire dal momento in cui venne introdotta la Legge Finanziaria per il 2008.

Gli italiani e le tasse: il canone Rai è la più evasa

Che fosse una delle tasse meno amate dai cittadini e dai contribuenti italiani era piuttosto noto, ma ora vi sono delle conferme inequivocabili: il canone della Rai rappresenta l’imposta più odiata in questo senso, vista la larga evasione fiscale che la coinvolge, così come è emerso da un’interessante ricerca di KRLS Network of Business Ethics, ente che ha condotto l’indagine per conto dell’Associazione Contribuenti Italiani. Come si è giunti a questi risultati? L’evasione a livello famigliare ha già raggiunto quota 41%, anche se bisogna sottolineare che il fenomeno assume dei contorni preoccupanti in diverse regioni dell’Italia meridionale (in particolare la Calabria, la Campania e la Sicilia), in cui vi sono picchi dell’87% (a livello imprenditoriale si sfiora addirittura il 100% di evasori). Si tratta di stime che parlano da sole, ma che meritano comunque un approfondimento. In effetti, il fenomeno risulta essere in progressivo aumento, tanto che si è passati dal 22% di cinque anni fa fino alle dimensioni attuali (la media dell’Europa è nettamente inferiore, 8%), ma la spinta verso l’alto non sembra essersi arrestata.

Canone Rai: per la disdetta basta poco

Ritengo che il canone Rai si debba pagare, ma bisogna verificare la qualità del servizio offerto dalla tv pubblica altrimenti c’è il rischio che il cittadino si possa ribellare non pagando il canone e mettendo in crisi la tv pubblica, che ha già dei conti molto difficili. Qualità del servizio che la televisione pubblica deve dare proprio perché c’è il canone che viene pagato dal cittadino. E proprio perché non si deve rompere questo patto tra gli ascoltatori e la Rai, è necessario responsabilità. Dove andremmo a finire se ci fosse una disdetta di abbonamenti che non facesse più tornare i conti della Rai?

Afferma il ministro per lo Sviluppo Economico Claudio Scajola.

Canone Rai e paradisi fiscali televisivi

La detenzione di apparati atti alla ricezione delle trasmissioni radiotelevisive è disciplinata da un regio decreto che risale al 193. Ecco perchè é obbligatorio, purtroppo, pagare il canone Rai anche se non lo si utilizza. Non molto tempo fa abbiamo difatti pubblicato un post di un preside costretto a pagare gli arretrati per non aver ottemperato al debito verso la televisione di stato. Il signore in questione, non amando la tv, non ne possedeva neanche una in casa e si è quindi sentito legittimato a non pagarne il canone e a stracciare i relativi bollettini.

Indipendentemente dalla qualità o dalla quantità del relativo utilizzo, è statuito dall’articolo 1 del regio decreto n. 246 del 21 febbraio 1938 e confermato dalle sentenze della Corte costituzionale n. 535 del 12 maggio 1998 e della cassazione (n. 8549 del 3 maggio 1993), il canone Rai deve essere pagato. Il ministero dell’Economia e delle Finanze, per il tramite del dipartimento del Tesoro, partecipa per la quota del 99,56 per cento sulla RAI Radio Televisione Italiana Spa (lo 0,44 appartiene alla Siae).

Roma: tassa sui monumenti e canone Rai

Siete innamorati del Colosseo e per la pubblicità del vostro ristorante avete deciso di usare come sfondo proprio un’immagine del capolavoro romano? Fatelo, ma sappiate che l’assessore alla Cultura Umberto Croppi ha proposto una modifica della legge Ronchey, che copra opere d’arte comunali e non solo ministeriali:

Una commissione sta studiando delle nuove tariffe per l’uso dei monumenti di Roma a fini pubblicitari. Inoltre, si sta pensando a far pagare l’utilizzo delle immagini delle opere d’arte del Comune di Roma. Le tariffe per chi vorrà utilizzare l’immagine di monumenti come per esempio fontana di Trevi saranno molto più alte rispetto all’attuale tariffario.

Canone: chi é senza decoder non dovrà più pagarlo

Chi decidera’ di non acquistare il decoder e quindi di non passare al digitale terrestre non dovrebbe piu’ sostenere la spesa relativa al canone Rai – annuncia il Codacons – Quando tutti i canali televisivi passeranno al digitale, il canone Rai non potra’ piu’ essere richiesto a quei cittadini che non acquisteranno il decoder, in quanto di fatto e’ lo stesso Stato che oscura a costoro la televisione, impedendogli di vedere qualsiasi canale.

Ricordate la vicenda di Gabriele Giunchi, il preside a cui non è stato concesso di non possedere una televisione? Forse per i prossimi che decideranno di non avere una tv in casa c’è una speranza di non pagare il canone.

Pagare il canone Rai anche senza televisore?

Non avete un televisore in casa? Poco probabile, al giorno d’oggi ogni famiglia ne possiede almeno due, eppure qualcuno che preferisce non guardare quello schermo rettangolare (che in effetti ci propina sempre più trasmissioni trash) esiste. Stiamo parlando di Gabriele Giunchi, di professione preside a cui non è stato concesso di non possedere una televisione. La società di riscossione per conto Rai “Equitalia” lo ha dichiarato moroso per non aver pagato il canone di una televisione ch enon ha chiedendo e ottenendo il sequestro di un quinto dello stipendio per i canoni non pagati più le spese legali.

Invani i tentativi del preside di difendersi: La televisione non mi interessa. Cosa c’è di strano? Perché non sono mai venuti a vedere se la tv ce l’avevo o no? Evidentemente il pensiero che qualcuno non abbia questo elettrodomestico in casa è per loro talmente assurdo da essere escluso in partenza. Così la tassa del Grande fratello si paga per esproprio.

Mentre Strasburgo conferma il canone Rai, in Spagna eliminano la pubblicità

Dopo che la Corte europea dei diritti dell’uomo ha dichiarato infondato il ricorso presentato da un privato cittadino contro le misure prese nei suoi confronti (tv sequestrata) per non aver pagato il canone di abbonamento al servizio pubblico, c’è qualcuno che invece non solo non vuol far pagare il canone ma anche desidera eliminare la pubblicità della tv di Stato.

I giudici di Strasburgo hanno infatti deciso che il signor Antonio Faccio debba pagare la tassa anche se non desidera guardare la Rai poiché l’imposta è dovuta per il solo fatto di possedere una televisione.

La tassa non viene pagata in cambio della ricezione di un canale particolare – si legge in una nota dei giudici – ma è un contributo a un servizio per la comunità.

Corte Europea: il canone RAI non é un abbonamento ma un’imposta

Vi sembra giusto pagare il canone Rai anche se non vedete la telvisione pubblica? Se l’è chiesto qualcuno e la risposta é arrivata bella e pronta direttamente dalla Corte Europea di Strasburgo. Ma partiamo dall’inizio: Antonio Faccio, cittadino di Vicenza, si era opposto alle misure adottate nei suoi confronti per non aver pagato il canone di abbonamento al servizio pubblico. In pratica nel 1999 Faccio inviò una richiesta alla Rai affinché venisse sospeso il suo abbonamento. Faccio cominciò a non pagare più il canone e quattro anni dopo gli uomini della Guardia di Finanza si presentarono a casa sua e con tanto di buste di nylon sigillarono la televisione in modo che non potesse essere più utilizzata. Faccio si era rivolto alla Corte di Strasburgo sostenendo che la misura adottata dalle forze dell’ordine aveva violato il suo diritto a ricevere informazioni attraverso altri canali televisivi, il suo diritto al rispetto della vita privata e anche quello alla protezione della proprietà privata.