Il camper delle Entrate conclude le sue tappe in Molise

 Un viaggio cominciato due mesi fa e che ora si conclude in maniera brillante: il camper dell’Agenzia delle Entrate sta affrontando l’ultima tappa dell’iniziativa “Il Fisco mette le ruote”, più precisamente l’edizione relativa all’anno attualmente in corso. Dopo aver toccato nove regioni del centro-nord e ben tredici comuni che non possono vantare uffici fissi dell’amministrazione finanziaria, ora ci si sposta a sud, in Molise. L’ultimo comune scelto in questo caso è quello di San Martino in Pensilis, in provincia di Campobasso.

Marche: Entrate e Dogane insieme per contrastare le frodi

 Le Marche hanno deciso di essere ancora più intransigenti per quel che concerne il contrasto a evasione, elusione e frodi fiscali: tutto questo verrà reso possibile, in particolare, dalla nuova intesa che è stata instaurata tre le sedi locali della nostra amministrazione finanziaria e dell’Agenzia delle Dogane. Il protocollo in questione ha già beneficiato della firma di Giovanna Alessio, numero uno della Direzione Regionale delle Entrate, e di Pietro Alidori, il quale ricopre l’incarico di direttore interregionale delle Dogane emiliane e marchigiane. Che cosa è stato previsto nello specifico?

Come funziona la nuova IRI sulle imprese

 Le modifiche e le novità in materia fiscale da quando è in carica il Governo Tecnico sono state tantissime. Ogni mossa del Governo è stata pensata in relazione al periodo di crisi e per questo buona parte delle misure sono state duramente criticate, visto che innalzano il livello di pressione fiscale in un momento già di per se molto difficile per le famiglie e le imprese italiane. Per sedare le critiche poi il Governo ha promesso un “fondo” taglia-tasse per abbattere la pressione fiscale man mano che il recupero dell’evasione avanzava. La proposta è stata poi cancellata, anche se le speranze sono di una reintroduzione in futuro.

Veneto: Fisco e Regione rinnovano l’accordo

 La Regione Veneto e la Direzione Regionale della nostra amministrazione finanziaria hanno deciso di rinnovare ulteriormente il protocollo d’intesa che già era stato instaurato qualche tempo fa: in pratica, si tratta di una convenzione molto interessante che riguarda da vicino alcuni importanti adempimenti, in primis la gestione dell’Imposta Regionale sulle Attività Produttive (Irap), ma anche l’addizionale regionale dell’Irpef, una delle imposte locali su cui spesso si sono concentrate diverse critiche a livello nazionale. Il nuovo accordo è stato possibile grazie alle firme di Giovanni Achille Sanzò, il diretto regionale delle Entrate venete, e di Mauro Trapani, segretario per il bilancio della Regione a cui si sta facendo riferimento.

Controlli conti correnti e dichiarazioni redditi 2012

 I provvedimenti presi dal Governo in ambito fiscale convergono bene o male tutti nella stessa direzione; l’intento è quello di controllare la vita privata e professionale di tutti i soggetti fiscali Italiani al fine di valutare eventuali “gap” tra reddito e stile di vita, trovando così gli evasori fiscali. L’abbassamento della soglia sui pagamenti i contanti così come l’obbligo di comunicazione da parte dei negozianti degli acquisti superiori ad un certo importo concorrono tutti al monitoraggio della spesa dei singoli che viene inserita nel calcolo del redditometro 2012.

Il fulcro centrale delle operazioni di calcolo della spesa (e del reddito) resta il controllo sui conti correnti; al fine di rilevare acquisti sospetti, entrate e uscite di denaro non giustificate e quant’altro si rende necessario un controllo diretto sui movimenti dei conti correnti, che dal 2012 verrà eseguito ed inserito nel confronto con la dichiarazione dei redditi.

Attività agricole connesse: i chiarimenti delle Entrate

 Quando una società cooperativa o anche un consorzio sono soliti porre in essere un’attività agricola di tipo connesso e che non dà luogo alla commercializzazione dei prodotti relativi ai soci, allora non c’è spazio per altre operazioni imponibili: lo stesso discorso vale anche per le vendite di beni da parte dei soci all’ente in questione e da quest’ultimo ai soggetti terzi. Si tratta di quanto è stato possibile ricavare dalla lettura della risoluzione 65/E che la nostra amministrazione finanziaria ha provveduto a rendere pubblica nel corso della giornata di ieri. Che cosa vuol dire tutto questo in parole povere?

Coefficienti redditometro

 L’Agenzia delle Entrate ha la facoltà di richiedere ai contribuenti informazioni utili alla ricostruzione del reddito personale; il fine del redditometro è quello di confrontare il reddito dichiarato dal singolo con le spese sostenute tra beni e servizi per valutare eventuali distanze tra quello che un cittadino si può permettere e quello che effettivamente possiede. Non è raro incontrare casi limite di imprenditori che dopo aver dichiarato meno di un dipendente qualsiasi si permettono barche e auto di lusso.

Dopo i primi controlli “sul campo” che hanno spaventato l’Italia molti sono stati i rientri proprio sulle auto di lusso e sulle barche, mentre il resto della popolazione interessata viaggia con la dichiarazione dei redditi per deviare immediatamente ogni sospetto.

Calcolo redditometro

 Il redditometro è uno degli strumenti nuovi che consentono al fisco di combattere l’evasione fiscale praticamente su tutte le classi di soggetti residenti sul territorio Italiano. Si tratta in sostanza, come il nome suggerisce, di un controllo sul reddito delle persone; vengono prese le dichiarazioni e vengono confrontate con i beni in possesso del soggetto. Spese importanti come auto di lusso o barche richiedono redditi adeguati e sono indice di ricchezza, così come la seconda casa, un mutuo particolarmente oneroso, spese per vacanze in posti costosi ed altri fattori simili.

Il redditometro prende in considerazioni delle classi di beni e gli assegna un potenziale reddito secondo una tabella studiata; se le rilevazioni sulle persone riscontrano discrepanze importanti tra il reddito dichiarato ed i beni posseduti allora scattano i controlli. Le eccezioni che comprendono la coesistenza di beni di lusso e bassi redditi sono veramente poche e facilmente riscontrabili dopo un primo accertamento; scartati questi casi limite, tutti gli altri sono potenziali evasori che sfruttano soldi non dichiarati per comprare beni di lusso che secondo la dichiarazione non potrebbero permettersi.

Differenza tra spesometro e redditometro

 Tra gli strumenti a disposizione del fisco per prevenire e contrastare l’evasione fiscale, rientra anche lo spesometro, attivo dal 2011. Il sistema consente alle autorità di tracciare le spese oltre una certa soglia su cui vengono poi fatti gli accertamenti del caso; in pratica per ogni acquisto superiore ad una certa soglia (corrispondente a 3600 euro iva inclusa) il commerciante è costretto a richiedere il codice fiscale del cliente ed a comunicarlo all’Agenzia delle Entrate insieme alla cifra spesa per l’acquisto dei beni.

I dati raccolti vengono poi passati al vaglio alla ricerca di un elemento ben preciso; viene fatto un confronto tra le spese sostenute dal singolo e la sua dichiarazione dei redditi (che, in molte circostanze, non viene neanche fatta) e si valutano eventuali anomalie tra le spese sostenute (e quindi il tenore di vita) ed i guadagni dichiarati. 

Tassazione sui conti esteri

 Con il decreto Salva-Italia, il Governo Monti aveva definito la tassazione proporzionale relativa ai conti correnti detenuti all’estero in Paesi che garantivano un corretto scambio di informazioni. Le quote interessavano conti correnti e conti deposito ed erano così ripartite:

1 per mille in relazione al 2011, 1 per mille in relazione al 2012 e 1,5 per mille nel 2013. Gli scaglioni erano applicati a tutti i conti correnti detenuti all’estero senza un minimo di deposito.

Il Governo Tecnico in carica portato avanti da Monti ha definito poi con il DL 16/2012 la nuova regolamentazione relativa ai conti correnti detenuti all’estero. I dettagli circa la tassazione dei conti correnti o conti deposito (con o senza interessi indifferentemente) si leggono nel DPR 642/1972, articolo 8 comma H:

Il redditometro applicato alle autovetture

 Il calcolo complessivo del redditometro non può fare a meno degli acquisti delle autovetture: in effetti, questi ultimi sono essenziali per ricostruire il reddito minimo presunto di un determinato contribuente, ma ovviamente tutto dipende dalla potenza e dalla cilindrata del veicolo stesso. Il possesso dell’auto è dunque determinante da questo punto di vista, ma non bisogna confondersi, visto che si potrebbe essere tentati dal visionare le tabelle dell’Aci per capire a quanto ammonta il reddito; in realtà, queste stesse tabelle si riferiscono ai fringe benefit e ai rimborsi chilometrici, mentre per capire gli effettivi cavalli fiscali di un mezzo è necessario distinguere tra il livello di cilindrata e quello di alimentazione (il tipo di carburante insomma).

Come si calcola il codice fiscale?

 Il codice fiscale è una sequenza alfanumerica di caratteri che contraddistingue ai fini fiscali in modo univoco i cittadini italiani. La sua introduzione risale al 1973 e precisamente è stato ufficializzato con il decreto legge del Presidente della Repubblica n° 605 del 29 Settembre. Il fine del Governo era quello di controllare in modo più efficiente l’amministrazione finanziaria creando anche l’anagrafe tributaria. Ad ogni cittadino italiano viene attribuito un codice fiscale dall’Agenzia delle Entrate secondo un metodo di calcolo noto secondo cui vengono presi precisi caratteri dai dati anagrafici al fine di ricavare la stringa che è poi il vero e proprio “codice fiscale”.

Mentre per le persone fisiche il codice fiscale è composto da sedici caratteri alfanumerici, per le persone giuridiche è invece un numero di 11 cifre.

Come si calcola il codice fiscale?

Novità nuovo redditometro

 Se la pressione fiscale continua ad aumentare, è perchè fondamentalmente vi è qualcosa di estremamente sbagliato di fondo nei conti pubblici e per assurdo l’aumento delle tasse non può che peggiorare la situazione di questo passo. Più tasse vuol dire più aspettative di guadagno per Stato ed Istituzioni ma vuole anche dire che chi non potrà pagare non lo farà ed in questo modo le aspettative non corrisponderanno mai alla reale raccolta, mettendo ancora una volta in difficoltà lo Stato.

L’azione del fisco dovrebbe essere quindi a monte; prima bisogna risanare quella parte di Italia che non funziona, per poi lavorare “di fino” aumentando le imposte, ma solo dopo il rilancio dei consumi e del mondo del lavoro.

Un altro passo importante per la lotta all’evasione e quindi alla pressione fiscale è stato fatto con le novità sul redditometro; il redditometro è in pratica il meccanismo che ha il fine di comparare il reddito dichiarato con le spese sostenute e quindi con il tenore di vita. Sul reddito dichiarato vi sono degli standard sul tenore di vita di un soggetto che se superati fanno scattare l’allarme all’Agenzia delle Entrate (il classico esempio dei possessori di barca che guadagnano meno di un operaio normale).

A Cagliari si chiude il biennio 2011-2012 di Fisco e Scuola

 Cagliari ha assistito alla cerimonia di chiusura del biennio 2011-2012 di Fisco&Scuola, l’ormai celebre iniziativa che l’Agenzia delle Entrate ha diffuso in molti istituti per trasmettere i valori della cultura fiscale: al Convitto Nazionale Statale Vittorio Emanuele II del capoluogo sardo, infatti, sono state accolte tutte quelle scuole locali che hanno vinto il concorso relativo agli elaborativi più rappresentativi da questo punto di vista. Il bilancio può essere definito senza dubbio come “positivo”. In effetti, dopo ben otto anni dal debutto ufficiale, questo progetto è riuscito via via a migliorarsi, facendo partecipare in questa ultima edizione 4.500 studenti e novantaquattro scuole, divise tra elementari, medie e superiori. Le iniziative dei funzionari della nostra amministrazione finanziaria, inoltre, sono state ben 130.