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Le barche a rischio ambientale vanno tassate anche se domiciliate nel territorio

L’avvocato Juliane Kokott, il cosiddetto “pm comunitario”, è giunta alla conclusione che l’imposta introdotta dalla Regione Sardegna per gli scali di aeromobili privati e unità di diporto è in contrasto con i dettami del Trattato dell’Ue, quando specifica che essa va applicata alle sole imprese non residenti nel domicilio fiscale sardo e non anche a quelle già domiciliate. La causa in questione (per essere più precisi si tratta della C-169/08 della Corte di Giustizia europea) ha infatti voluto sottolineare come le finalità di tutela dell’ambiente e le caratteristiche di insularità addotte dalla legge non possono giustificare alcun tipo di limitazione alla prestazione dei servizi, se non ricorrono motivi di ordine pubblico e di sicurezza. Infatti, questo vantaggio che verrebbe in tal modo assegnato alle imprese della Sardegna andrebbe a falsare la concorrenza e rappresenterebbe un reale e ingiustificato aiuto fiscale da parte dello Stato. Bisogna poi dire che la Corte ha sì riconosciuto e apprezzato le finalità di tutela ambientale e di lotta all’inquinamento utilizzate in questo senso come giustificazione di restrizioni nella logica del principio “chi inquina paga”, ma anche che esse non sarebbero perseguite in maniera corretta.

 

È ovvio che, a parità di pericolosità ambientale, non devono essere effettuati ragionamenti di tipo restrittivo, ma applicare misure sempre identiche. La Corte ha anche respinto come giustificazioni della Regione il fatto che i residenti siano già attivi nel finanziamento della tutela ambientale attraverso il pagamento delle imposte sul reddito e dell’Iva; in ambito europeo, infatti, la restrizione è ammissibile solamente nel caso in cui le finalità delle imposte applicate ai domiciliati siano simili a quella propria del tributo regionale.

 

La disposizione incriminata è stata dunque abrogata per questi motivi e il severo giudizio dell’avvocato rappresenta già per molti l’esito del finale giudizio. In futuro sarebbe pertanto auspicabile rendere più compatibili tributi propri, restrizioni e discriminazioni con ponderate tecniche di tutela ambientale.