Assegni di mantenimento: la deducibilità spetta al giudice

 La Corte di Cassazione aggiunge un altro tassello fondamentale alla disciplina tributaria degli assegni di mantenimento: una recente sentenza della Suprema Corte ha infatti stabilito che l’ammontare della somma stabilita non può essere modificata mediante un accordo delle parti; in pratica, questi assegni, relativi alle separazioni legali o agli scioglimenti dei matrimoni, vanno corrisposti al coniuge, ma la deducibilità relativa all’Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche (Irpef) va decisa di volta in volta dal giudice stesso. La pronuncia di ultima istanza è scaturita dopo un ricorso dell’Agenzia delle Entrate contro una Commissione Tributaria Regionale. Nel dettaglio, un contribuente si era visto annullare una cartella esattoriale che gli era stata inviata per non aver riconosciuto gli oneri deducibili a titolo di assegno appunto; le motivazioni della sentenza sono state ricercate nel fatto che la deducibilità fiscale può anche essere fissata dalle parti coinvolte.

Importazioni: niente Iva ridotta per gli animali vivi

 Una delle ultime controversie risolte dai giudici comunitari avrà valenza specifica in molti paesi, tra cui il nostro: in particolare, è stata coinvolta l’Imposta sul Valore Aggiunto e la direttiva 112 del 2006 (il sistema comune della tassa in questione). Più precisamente, il riferimento principale è andato a quegli articoli che contemplavano lo scambio di beni e servizi e le aliquote fiscali da applicare in tal senso. La questione, inoltre, ha visto contrapposte l’Unione Europea, da una parte, e la Germania, dall’altra. Come si sono svolti esattamente i fatti? Il pomo della discordia è stato rappresentato dall’interpretazione delle norme appena elencate da parte del governo di Berlino; in pratica, non si sono trovati punti di contatto per quel che riguarda l’importazione di animali da commercializzare per fini non alimentari, come possono esserlo, ad esempio, i cavalli. La Germania, infatti, aveva adottato un’aliquota Iva ridotta per queste importazioni, giustificando il suo atteggiamento con il principio di neutralità fiscale: secondo l’amministrazione finanziaria teutonica, l’agevolazione tributaria ha senso anche quando lo scopo dell’importazione è differente da quello consueto.

Patto antievasione: anche il comune di Matera si attiva

 Matera, città dei Sassi e da oggi anche una città molto attiva nel contrasto dell’evasione fiscale: il comune lucano entra infatti a far parte di un fondamentale patto contro il fenomeno in questione, il quale prevede una diffusione mirata e uno scambio intenso di dati tributari. Nello specifico, si tratta di un accordo che è stato posto in essere dalla nostra amministrazione finanziaria e dall’Anci della stessa Basilicata da poco più di un anno. L’ingresso del nuovo capoluogo testimonia la riuscita dell’operazione, ben incentrata su progetti di stampo territoriale che siano in grado di recuperare il maggiore gettito possibile attraverso un accurato lavoro di indagine. La Direzione Regionale ha espresso tutta la propria soddisfazione per una novità così lieta: ora ci si attende che molti altri comuni seguano l’esempio, anche perché più il protocollo sarà sottoscritto e più sarà funzionante lo stesso in termini di riduzione dell’occultamento fiscale. Come devono comportarsi le municipalità coinvolte?

Iasb, emanato il nuovo standard Ifrs 13

 L’ultima novità di rilievo in merito ai principi contabili internazionali risale a pochi giorni fa: in effetti, l’International Accounting Standards Board, l’organismo londinese che è meglio conosciuto come Iasb, ha dato vita a una nuova misurazione finanziaria, l’Ifrs 13, la quale andrà ad armonizzare in misura maggiore tutte le norme relative a questo ambito. Si tratta di un principio contabile innovativo proprio perché ora dovrà essere inteso in una maniera diversa il significato solitamente attribuito al valore equo, il cosiddetto “fair value”. Cosa cambierà in tal senso? In pratica, la valutazione non avverrà più prendendo a riferimento un importo neutrale, ricavato senza assumere il punto di vista del venditore o di colui che effettua l’acquisto; in questa occasione, il valore in questione beneficia di una nuova definizione, la quale prevede un prezzo preciso, da incassare al momento della vendita di una determinata attività contabile, oppure da versare per il trasferimento di una passività.

Il governo americano alle prese con i costi della “Bin Laden Tax”

 La fantasia di chi affibbia nomi a tasse e imposte non ha davvero limiti: ora dovremo abituarci anche alla “Bin Laden Tax”, ma di cosa si tratta esattamente? Le recenti cronache internazionali sono state letteralmente dominate dall’uccisione di Osama Bin Laden, un evento che ha comportato per gli Stati Uniti una lunga serie di anni e spese. In effetti, c’è chi ha quantificato tale impegno in ben duemila miliardi di dollari, di cui un quinto sono relativi al solo 2010. Ciò vuol dire che i contribuenti americani sono stati praticamente costretti a versare parecchio denaro al Fisco, addirittura 45 milioni come copertura dei prestiti per le operazioni in questione. C’è chi parla espressamente di una vendetta postuma dell’ex numero uno di Al Qaeda, una ritorsione che assume dei connotati finanziari ben precisi. Si tratta in pratica di una grande unica imposta a carico dei cittadini che non avrebbe avuto alcun senso di esistere se non ci fossero state due guerre di mezzo, l’Afghanistan e l’Iraq.

Irlanda: il Fisco pubblica online i nomi degli evasori

 Gli evasori fiscali irlandesi sono sicuramente tra i più perseguitati d’Europa: il Fisco della nazione britannica (l’agenzia nazionale si chiama Irish Tax & Customs) ha infatti deciso di proseguire nella sua pubblicazione dell’elenco dei nomi dei contribuenti meno virtuosi, una sorta di deterrente contro chi cerca di sfuggire a tasse e imposte. Anzi, l’amministrazione finanziaria di Dublino è solita rendere noti i profili completi e dettagliati di questi soggetti, con tanto di nomi, cognomi e molte altre informazioni utili, quali l’indirizzo, l’attività svolta e le somme evase. A questo bisogna poi aggiungere il sistema di sanzioni pecuniarie, un altro strumento volto a contrastare un fenomeno così complicato. Tra l’altro, non bisogna dimenticare che l’Irlanda vive uno dei suoi momenti finanziari più difficili della storia: la crisi economica si è ripercossa violentemente sul territorio celtico e dunque sono mutati anche gli atteggiamenti degli evasori.

Imposte salariali: Italia quinta nella classifica Ocse

 Forse non c’era bisogno di nessuna conferma, visto che il fatto era scontato, ma visto da chi proviene lo stesso non si può che riconoscerne l’autorevolezza: secondo l’Ocse, infatti, l’Italia è una delle nazioni con la maggiore pressione fiscale. Nel dettaglio, l’eccessivo stress in questione è quello che si riferisce ai salari dei dipendenti, con una percentuale molto vicina al 47% (46,9% per la precisione), un dato che è inferiore soltanto ad altri quattro paesi, vale a dire l’Ungheria, il Belgio, la Francia, la Germania e l’Austria. Al contrario, un vero e proprio paradiso per i contribuenti è il Cile, dove il cuneo si aggira attorno al 7%, mentre la media della stessa organizzazione parigina è del 34,9%. Tutto ciò vuol dire che le famiglie che possono vantare un solo reddito si trovano in estrema difficoltà, visto che l’Italia si caratterizza per l’aggressività tributaria anche in questo caso.

Tassa di soggiorno: anche il comune di Grosseto dice di no

 L’elenco di sindaci che non sono del tutto convinti o contrari all’introduzione della cosiddetta tassa di soggiorno si allarga ancora: stavolta è il turno del comune di Grosseto, con il sindaco Emilio Bonifazi che ha proposto un’alternativa del tutto diversa a questo tributo così tanto discusso sin dalla sua introduzione. In effetti, tutte le municipalità che fanno parte della provincia toscana dovrebbero, secondo l’idea di Bonifazi, beneficiare di un’area libera da vincoli fiscali, una zona “tax free” in grado di rendere davvero attuale la questione turistica all’interno delle varie amministrazioni. Il sindaco grossetano ha voluto anche interpretare il pensiero della classe imprenditoriale locale: quest’ultima, infatti, sarebbe più propensa a nuove opportunità di investimento nel comparto in questione, ma soprattutto dei servizi pubblici degni di questo nome e una imposizione tributaria non eccessiva.

Roma: il Fisco fa emergere un’evasione nel no-profit

 Circoli culturali evasori del fisco: sembra quasi incredibile venire a conoscenza di una circostanza simile, ma è avvenuta realmente nel Lazio, come è emerso da un’accurata indagine della Direzione Provinciale romana della nostra amministrazione finanziaria, la quale si è concentrata soprattutto su alcuni enti di tipo non commerciale (le verifiche complessive sono state ben 63), mettendo in luce un’evasione tributaria addirittura superiore ai sette milioni di euro. Come è stato possibile tutto questo? L’Agenzia delle Entrate è riuscita a sfruttare nel migliore dei modi le cosiddette “interrogazioni selettive”: si tratta, nello specifico, degli strumenti di accertamento ideali per il mondo no-profit, ma il tutto è stato impreziosito anche dalle banche dati delle stesse onlus e da mezzi esterni come ad esempio il web e le pubblicità di stampo commerciale. L’insieme di tali pratiche ha prodotto un risultato importante, vale a dire una vera e propria attività alberghiera con tanto di ville sul litorale, banchetti nuziali piuttosto lussuosi, cerimonie e molti altri eventi che con la cultura avevano poco a che fare.

Rapporto Giarda, una disamina sugli sprechi fiscali

 Il ministro dell’Economia Giulio Tremonti sta predisponendo per filo e per segno la propria riforma fiscale: è proprio per questo motivo che sono state convocate delle apposite commissioni, la più importante delle quali è quella presieduta dall’economista Piero Giarda. Quest’ultima ha già individuato le fattispecie su cui intervenire con maggiore urgenza e tra di esse possiamo ricomprendere le inefficienze dal punto di vista gestionale ed economico, l’acquisto di beni a costi più alti rispetto a quelli di mercato e l’uso di due dipendenti piuttosto che di uno solo. In pratica, l’obiettivo che emerge con maggiore nettezza è il contrasto agli sprechi. Tutto questo lavoro della commissione sarà poi culminato entro la fine di questo mese con un apposito libro bianco, un vero e proprio vademecum della riforma del fisco tanto voluta dall’attuale esecutivo. Ci sono inoltre altre tre commissioni all’opera in questo momento. Giarda è stato dal 1995 al 2001 sottosegretario al ministero delle Finanze, ma ha anche svolto incarichi di prestigio come quello di presidente della Commissione Tecnica per la spesa pubblica: le sue competenze sono dunque importanti, ricoprendo attualmente il ruolo di consulente per l’Università Cattolica di Milano nell’ambito dell’analisi monetaria.

Entrate-Sardegna: importante accordo su addizionali e Irap

 Le regioni autonome del nostro paese presentano sempre una casistica piuttosto particolare e variegata per quel che concerne l’ambito fiscale: non è da meno la Sardegna, la quale ha recentemente concluso un accordo fondamentale con la nostra amministrazione finanziaria. Che cosa ci si può aspettare dalla collaborazione tra l’Agenzia delle Entrate e la seconda isola più estesa di tutto il Mediterraneo? I due cardini della partnership prevedono disposizioni molto interessanti in riferimento all’Imposta Regionale sulle Attività Produttive e sulle addizionali dell’Irpef, un argomento, quest’ultimo, di cui si discute moltissimo alla luce dell’introduzione del federalismo municipale. Le due gestioni tributarie in questione verranno affidate ancora ed esclusivamente al fisco, così come hanno deciso Franco Sardi, il quale fa parte del’assessorato sardo per il bilancio e il credito, e Libero Angelillis, il direttore regionale della stessa Agenzia.

Piccoli contribuenti, nessuna verifica dalle Direzioni Regionali

 I piccoli contribuenti possono finalmente esultare, se non altro per il trattamento che verrà loro riservato dalle Direzioni Regionali dell’Agenzia delle Entrate. La differenza tra piccoli e grandi contribuenti dipende, in particolare, dal volume d’affari o dai ricavi che si riescono a conseguire, con le imprese di maggiori dimensioni che beneficiano di un parametro pari a cento milioni di euro da qualche mese a questa parte. Ebbene, le Direzioni Regionali della nostra amministrazione finanziaria non possono porre in essere delle verifiche tributarie nei confronti dei soggetti medio-piccoli: ciò vuol dire che tali organizzazioni non sono affatto autorizzate a emettere degli atti di tipo consequenziale nei loro riguardi, visto che tale compito spetta soltanto verso i contribuenti maggiori. Si tratta, in pratica, dell’applicazione concreta delle nuove normative sul controllo fiscale.

Ungheria: l’Alta Corte annulla la tassa sulla liquidazione

 L’Alta Corte di Budapest ha deciso di annullare nel corso della giornata odierna la tassa imposta in modo retroattivo dal governo ungherese sulla liquidazione del settore pubblico: si tratta della seconda volta che tale imposta, la quale prevede un’aliquota del 98%, subisce questa sorte, anche se altre modifiche controverse dal punto di vista tributario (soprattutto in relazione alle pensioni) sembrano improbabili. Il periodo a cui ha fatto riferimento questa sentenza è il quinquennio che va dal 2005 al 2009 e si sa già che chi ha versato il relativo contributo dovrà essere rimborsato. Da quanto emerge, inoltre, l’applicazione della tassa sui redditi del 2010 sarebbe stata possibile soltanto mediante un’apposita legislazione; in assenza di essa, non c’è alcun motivo di introdurre il tributo, mentre gli effetti continueranno a essere prodotti per tutta la durata del 2011. Il partito magiaro Fidesz si è già scagliato contro la pronuncia in questione, affermando che quest’ultima è contraria agli interessi nazionali.

Svizzera: duty free esentasse anche per i passeggeri in arrivo

 È ormai imminente l’introduzione in Svizzera di un’importante norma che andrà a regolare i duty free presenti all’interno degli aeroporti elvetici: a partire dal 1° giugno, infatti, sarà allargato anche ai passeggeri in arrivo l’acquisto esentasse dei prodotti di questi specifici esercizi commerciali, così come è stato espressamente previsto dal Consiglio Federale del paese europeo. Dunque, i principali scali nazionali, tra cui possiamo annoverare Zurigo, Berna, Basilea, Ginevra e Lugano, saranno interessati da questa innovazione di carattere tributario. Cosa succederà esattamente? L’esenzione fiscale in questione ha ragione di esistere solamente quando le merci vengono comperate in un negozio che si trova in una zona franca (quale appunto l’aeroporto), con una conseguente esportazione dal territorio doganale; la legislazione si riferisce a prodotti come alcool e tabacco, sui quali non viene in pratica applicata l’Imposta sul Valore Aggiunto.