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Anagrafe tributaria: nuove specifiche per banche e assicurazioni

Istituti di credito, enti attivi nella previdenza sociale, Demanio marittimo e assicurazioni: sono queste, in estrema sintesi, le categoria maggiormente coinvolte dalle nuove modifiche relative alle comunicazioni di dati all’Anagrafe Tributaria, un’operazione che riguarda ovviamente anche l’anno in corso. Quali sono i cambiamenti principali in questo senso? Anzitutto, vi sono stati un aggiornamento e una razionalizzazione delle trasmissioni in questione, in modo da raccogliere in maniera più efficace le informazioni fiscali. Le novità introdotte ieri dal provvedimento dell’Agenzia delle Entrate sono diverse: spicca tra tutte, sicuramente, l’obbligo di comunicazione negativa, un adempimento che non deve venire meno neanche nell’ipotesi di assenza di dati. Inoltre, le stime che sono state inviate possono essere annullate entro trenta giorni dalla data relativa alla ricevuta telematica, provvedendo poi a trasmettere un apposito file sostitutivo per tale periodo di riferimento.


I soggetti elencati in precedenza hanno tempo fino al 30 aprile di ogni anno per far fronte alla trasmissione delle comunicazioni, le quali sono state analizzate nel dettaglio dalla nostra amministrazione finanziaria. In effetti, in base a quanto emerge dal provvedimento, le comunicazioni interessate dalle modifiche riguardano le notizie di iscrizioni, trascrizioni di atti costitutivi, la proprietà di aeromobili (in tal caso entra in ballo il registro aeronautico nazionale), i dati relativi alle persone fisiche che hanno pagato degli interessi passivi e dei premi di assicurazione e, infine, i dati di chi ha stipulato contratti di assicurazione.

Come si effettua quindi la comunicazione? Entratel e Fisconline, i due servizi telematici messi a disposizione dalle Entrate, sono gli strumenti informatici più idonei per la trasmissione, la quale può avvenire in maniera autonoma, oppure avvalendosi di alcuni intermediari autorizzati. Può però anche succedere che la comunicazione non sia corretta e i motivi sono molteplici: i più comuni sono senza dubbio il non riconoscimento del codice di autenticazione ai servizi, la duplicazione erronea dello stesso codice e il mancato utilizzo del software di controllo.

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