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Carte di credito: niente spesometro nei negozi

Il classico metodo di pagamento con cui hanno a che fare ogni giorno gli esercizi commerciali è quello delle carte di credito: sono proprio queste operazioni che devono essere monitorate con la massima attenzione dal punto di vista fiscale. In effetti, prendendo alla lettera sia il Decreto Sviluppo che la recente manovra estiva del governo non si possono includere nel cosiddetto spesometro tutti i movimenti effettuati in questo modo. Per quale motivo? I pagamenti tramite carte di credito, carte di debito e prepagate sono di fatto esonerati dagli obblighi di comunicazione elettronica di quelle operazioni che sono almeno pari a tremila euro netti (3.600 euro se si vuole includere anche l’Imposta sul Valore Aggiunto); l’obiettivo principale di questi provvedimenti è quello di rendere ancora più proporzionale il sistema tributario, cercando di scongiurare, per quanto possibile, che i contribuenti paghino degli oneri finanziari inutili e senza alcuna giustificazione.

Lo spesometro, dunque, non ha bisogno di questi dati, visto che sono sufficienti quelli identificativi già in possesso delle società emittenti, ivi incluso il codice fiscale. Come appare scontato, tutto va poi comunicato all’anagrafe tributaria. Fondamentali, poi, sono i presupposti: ne devono ovviamente sussistere alcuni per far sì che la comunicazione sia davvero esonerato a tutto vantaggio degli operatori commerciali.

Solo per citare qualche esempio, si può dire che questa sorta di agevolazione è valida soltanto se si fa riferimento alle cosiddette operazione “business to consumer, pertanto non possono essere incluse attività come quelle all’ingrosso, a causa della loro collocazione nelle fasi che precedono la vera e propria vendita al dettaglio. Ci sono, infine, delle carte di credito e delle prepagate che non beneficano dello stesso trattamento di cui stiamo parlando, ovvero quelle che sono state rilasciate da degli operatori finanziari che non hanno né la residenza né la stabile organizzazione nel nostro paese, un fattore che è senz’altro decisivo.