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Tasse: donne pagano di più ma guadagnano meno

La Caaf Cgil di Brescia (centro autorizzato assistenza fiscale) dalla prossima settimana si apre per le consulenze sulle denunce dei redditi. Nel 2009 nella provincia di Brescia sono stati elaborati dai consulenti della Camera del Lavoro 69mila dichiarazioni 730, con un incremento del 2,1% (esattamente 1.453 pratiche) rispetto all’anno precedente.

Le donne che si sono servite di questo servizio sono state 27.161 e 41mila e 943 uomini per un totale dichiarato lordo pari a un miliardo 386 milioni 591 mila e 210 euro. Sembrerebbe che le donne guadagnano leggermente meno, 16.161 euro, mente gli uomini una media di 22.589 euro e qualche spicciolo.

In base alle nostre elaborazioni – sostiene Ottorino Mazzanti, direttore del Caaf di Brescia – possiamo dire che le donne sono discriminate. Secondo i nostri calcoli, per fare un esempio, nei redditi compresi tra i 10mila e i 15mila euro, le donne percepiscono 471 euro in meno e pagano 83 euro in più. Nei redditi tra i 25mila e i 30mila, guadagnano 100 euro in meno di media e pagano 414 euro in più. Se il sistema fiscale fosse equo, ciò non avverrebbe.

Sembra inoltre che il reddito dei bresciani sia diminuito negli anni. Una classifica elaborata dal Sole 24 Ore relativa ai dati del ministero delle Finanze e riferita alle dichiarazioni del 2008 per quel che riguarda i redditi del 2007, conferma che Brescia si posiziona al 19esimo posto a livello nazionale, al nono della graduatoria lombarda distante dal capoluogo di Regione, che è il più ricco d’Italia.

I bresciani nel 2007 avrebbero dichiarato, in media, 23.096 euro, Milano 30.009, Bergamo 27.208.

La Lombardia risulta ricca, ma anche primo evasore: in testa a luglio 2009, tra le regioni, dove sono aumentati numericamente gli evasori fiscali, risulta la Lombardia, con +16%. Secondo e terzo posto spettano rispettivamente al Veneto con + 15,7% e alla Campania +14,2%.

Purtroppo – ha concluso Mazzanti – i modelli Unico sono in aumento a causa della crisi economica: i lavoratori lasciati a casa dalle aziende e senza un contratto a tempo determinato sono sempre più soggetti a prestazioni atipiche.