Volete Buffon e Ronaldo? Nessuno ostacolerà il vostro desiderio, ma se desiderate nella vostra squadra dei fuoriclasse, dovrete pagare la “tassa sul lusso“. Il calcio europeo affronta la crisi economica e rileva lo squilibrio economico che già preoccupa Michel Platini, presidente del calcio europeo. La Uefa a Copenaghen commenta il critico momento economico e le conseguenze sui club. Un’idea? Una tassa sul lusso per ridistribuire la ricchezza tra le società e una commissione di controllo per migliorare il fair play finanziario nelle competizioni Uefa per club. Una tassa sul lusso perequativa, per evitare che siano sempre le stesse squadre a contendersi il campionato.
In cosa consisterebbe la tassa? Si basa sul modello fiscale della Major League statunitense di baseball: far sì che le grandi potenze del calcio europeo, in futuro, debbano versare un’imposta sui fuoriclasse che hanno in rosa, sui trasferimenti e sugli stipendi. Il ricavato della tassa, poi, verrebbe distribuito fra i piccoli club allo scopo che questi possano effettuare nuovi investimenti ed evitare quindi quello squilibrio che negli ultimi anni ha contraddistinto diversi campionati nazionali, dominati da una o al massimo due squadre.
Si tratta ancora di un’ipotesi cui l’Uefa starebbe pensando per distribuire più equamente il denaro nel mondo del calcio. Ma la Confederazione Europea inizia a storcere il naso: “L’abbiamo studiato sul modello americano, ma in Europa è più difficile”- secondo William Gaillard, il consigliere di Platini – l’idea non è al primo posto della nostra agenda, perché non piace. La soluzione non è semplice. Il tetto sugli stipendi sarebbe molto difficile da attivare in un sistema dove c’é la Champions League che interferisce coi campionati nazionali. Stesso discorso per la tassa sul lusso, meglio un cocktail di misure che ci permettano di contenere i costi, ridurre gli sprechi e mantenere alto il livello di competitività dei nostri tornei.
1 commento su “Tassa sul lusso sui fuoriclasse del calcio”
I commenti sono chiusi.