Riforma fiscale: Uil, abbassare carico lavoratori e pensionati

Più che una riduzione delle aliquote, la Uil vede come soluzione per abbassare le tasse, nell’ambito della riforma fiscale, quella di ridurre il carico fiscale a carico dei lavoratori e dei pensionati. Luigi Angeletti, nell’aprire il XV congresso nazionale del Sindacato, ha apertamente chiesto, rivolgendosi al Governo, di intavolare subito la discussione dopo le elezioni regionali per mettere a punto la riforma fiscale. Questo perché farla con un obiettivo temporale entro il 2013, ovverosia entro la legislatura come dichiarato nelle scorse settimane dal Ministro Tremonti, sarebbe troppo tardi. Non a caso, secondo Luigi Angeletti, nella relazione al congresso, sono ben 200 mila i posti di lavoro a rischio quest’anno in virtù del fatto che la crisi non è ancora finita. Allo stesso tempo, per il leader della Uil gli ammortizzatori sociali hanno garantito di evitare ben 400 mila licenziamenti che avrebbero causato un vero e proprio disastro economico e sociale.

Riforma fiscale: Cisl, nessun governo l’ha mai voluta

La Cisl in materia di revisione del fisco non fa più “sconti”. Il Sindacato, infatti, vuole una riforma integrale, una revisione del sistema di prelievo che, in accordo con quanto dichiarato da Raffaele Bonanni, segretario generale della Cisl, nessuno ha mai voluto fare. Il leader del Sindacato, nel corso del programma della rete Canale 5 “La Telefonata”, ha sottolineato come sia necessario allargare la progressività del prelievo fiscale, e come non sia più ammissibile che ci siano molti cittadini che dichiarano quanto e quello che gli pare e sovente, nonostante tutto, la fanno franca. Il principio della Cisl è chiaro, ed è quello che in materia di tasse chi ha di più debba versare allo Stato di più; l’idea, semplice ed efficace del Sindacato, si scontra tra l’altro con i dati più recenti relativi alle dichiarazioni presentate dagli italiani, dove i lavoratori dipendenti in materia di tasse pagate allo stato primeggiano, mentre molti liberi professionisti e piccole imprese dichiarano meno di un pensionato al minimo.

Riforma fiscale: Tax Day Cisl

Nella giornata di domani, 27 febbraio 2010, in tutta Italia, si terrà il “Tax Day“, la manifestazione della Cisl finalizzata a portare in piazza le ragioni dei pensionati e dei lavoratori nel chiedere una riforma del nostro sistema fiscale che sia ampia ma anche condivisa. Intervistato dal Quotidiano “Conquiste del Lavoro“, il leader del Sindacato Raffaele Bonanni, ha dichiarato che il Governo, dopo le elezioni regionali, deve avviare subito riguardo alla riforma fiscale un confronto che veda come parte attiva i cittadini, gli Enti locali, le istituzioni ma anche le forze politiche della maggioranza e dell’opposizione unitamente alle parti sociali. Secondo la Cisl l’imposta sul reddito delle persone fisiche (Irpef), che grava sui redditi tassati alla fonte, deve essere letteralmente “smontata” in base al fatto che nel frattempo sul sistema sociale, economico e produttivo ci sono stati dei mutamenti che non riescono più a dare sostegno alle famiglie con figli.

Giappone: Iva e debito pubblico vanno di pari passo

La scure del debito pubblico incombe in maniera sempre più minacciosa sul Giappone: eppure, nel corso dell’ultimo semestre erano state delineate delle misure anti-crisi abbastanza chiare e precise, in particolare un taglio alle spese pubbliche e un freno all’aumento sul versante tributario. Ma sono stati sufficienti pochi mesi per rovesciare questa situazione, dato che i responsabili dell’Economia della nazione nipponica parlano ora espressamente di un innalzamento della pressione fiscale e delle voci di spesa. Dunque, le finanze del paese asiatico non vivono certo momenti tranquilli. C’è infatti da dire che il ministro delle Finanze del Giappone, Naoto Kan, e il suo viceministro, Naoki Minezaki, hanno già annunciato di voler avviare un’importante riforma del fisco, considerata uno degli obiettivi principali della Commissione appena costituita; le innovazioni principali andranno a riguardare l’elaborazione di misure volte a incrementare le aliquote di riferimento delle imposte indirette, oltre ad ampliare le basi imponibili in questo senso.

 

Redditi lavoro e pensione: ecco come il fisco diventa giusto

Nel nostro Paese c’è una netta quanto palese e ben nota diseguaglianza nella distribuzione dei redditi. A “certificarlo” di recente è stata la Banca d’Italia con un’indagine da cui è emerso come il 10% delle famiglie italiane detenga poco più del 44% dell’intera ricchezza nazionale. Di conseguenza, per rendere il fisco italiano più giusto e più equo, salvaguardando i redditi da lavoro dipendente e quelli da pensione, ovverosia i redditi della maggioranza dei cittadini e delle famiglie italiane, occorre spostare il prelievo fiscale dalla tassazione alla fonte alle grandi ricchezze. Al riguardo, un documento della Cgil, dal titolo “Un fisco giusto per sostenere i redditi da lavoro e da pensione“, a cura di Agostino Megale, Beniamino Lapadula, Riccardo Sanna e Riccardo Zelinotti, traccia le linee guida sulla politica fiscale da adottare per spostare il peso del carico e rendere di conseguenza il fisco più giusto.

Fisco e tasse: con equità riparte economia italiana

E’ possibile mettere mano al Fisco ed alla normativa che lo regola abbassando, tanto per iniziare, le tasse sui redditi da pensioni e da lavoro dipendente senza comportare il ricorso a “coperture” finanziarie da parte dello Stato? Ebbene, in Italia per i Sindacati questo è possibile: basta spostare il prelievo dal reddito al capitale partendo da un’armonizzazione/innalzamento delle imposte sulle rendite finanziarie. Al riguardo il Segretario confederale della Uil, Antonio Foccillo, ha sottolineato nei giorni scorsi come per far ripartire il nostro sistema economico sia necessario mettere mano seriamente alla questione relativa alla tassazione sui redditi da pensioni e da lavoro. Questo affinché il nostro sistema fiscale sia più equo, ma anche perché il minor prelievo fiscale alla fonte sui redditi da lavoro e sulle pensioni si andrebbe a tramutare in consumi con effetti positivi di rilancio del nostro ciclo economico che, dopo il -4,9% di Pil segnato nel 2009, rischia per il 2010 di doversi accontentare di una ripresa lenta, fin troppo.

Taglio tasse: occorre dare una spinta al Paese

Emma Marcegaglia continua a sollecitare il taglio delle tasse per le imprese e i lavoratori per «dare una spinta al Paese».  Il presidente di Confindustria, in questi giorni per un convegno a Potenza, parla di crisi e di possibili soluzioni, il taglio tasse potrebbe dare finalmente al Paese la spinta per un rilancio dell’economia. A condizione però che l’alleggerimento fiscale abbia una pari copertura con tagli alla spesa pubblica:

Noi siamo per il rigore nei conti pubblici – ha sottolineato Marcegaglia -, ma è ovvio che un alleggerimento delle tasse per le imprese e i lavoratori può dare una spinta al Paese.

Tasse: più equità con una riforma profonda ed incisiva

Le inefficienze del nostro sistema fiscale creano disuguaglianze e penalizzano quelle categorie sulle quali il prelievo è alla fonte, ovverosia i pensionati ed i lavoratori dipendenti. Per questo, secondo quanto messo in evidenza dal leader della CISL Raffaele Bonanni nella sua relazione al congresso del Sindacato, è necessaria una profonda e incisiva riforma del nostro sistema fiscale senza sostanzialmente continuare con interventi “tampone” parziali e/o occasionali. Il leader della CISL, di conseguenza, ritiene che l’azione di lotta e di contrasto all’evasione fiscale possa affermarsi solamente se c’è una diffusione e l’affermazione di una cultura della legalità a livello fiscale, ed in tal senso Bonanni ritiene giusto che così come il lavoro dipendente paga le tasse alla luce del sole, allo stesso modo per quello autonomo è necessario che venga reintrodotto l’obbligo della tracciabilità dei pagamenti. La perdita di potere d’acquisto per i salari e le pensioni è infatti oramai una vera e propria emergenza nazionale, al punto che l’OCSE in un recente rapporto ci ha relegato al 23-esimo posto su trenta Paesi monitorati.

Gli stipendi italiani subiscono il salasso delle tasse

Gli italiani vedono la loro busta paga diminuire in maniera esagerata rispetto agli altri europei. Il motivo? Il cuneo fiscale, la differenza cioè tra quanto pagato dal datore di lavoro e quanto effettivamente percepisce il lavoratore. Lo conferma uno studio dell’Ocse sulla tassazione dei salari relativamente all’anno 2008. Su trenta Paesi l’Italia si colloca al 23° posto: i cittadini della Gran Bretagna, Giappone, Stati Uniti, Germania, Francia e molti altri Paesi europei intascano più di noi. Gli italiani nel 2008 hanno guadagnato ben il 17% in meno della media Ocse; la media della busta paga é di circa 16mila euro l’anno, quindi sui 1.300 euro al mese. Non va neanche bene se si é single: il peso di tasse e contributi per un lavoratore dal salario medio senza carichi familiari è del 46,5%.