Le agevolazioni fiscali per i patti di famiglia

Per avere la definizione del patto di famiglia bisogna affidarsi al codice civile: l’articolo 768-bis di quest’ultimo (il capo V-bis è dedicato proprio a tali patti) ne parla infatti come di quel contratto che è compatibile a tutte le disposizioni che sono fissate per l’impresa familiare e che rispetta allo stesso tempo le varie forme che può assumere una determinata società. Inoltre, elemento ancora più importante, con questo patto l’imprenditore ha la possibilità di trasferire per intero oppure parzialmente la compagnia stessa; il soggetti che è titolare di partecipazioni in una società, al contrario, provvede con esso al trasferimento totale o parziale delle proprie quote a uno o a più discendenti.

Un 2010 libero dall’Ires per le tradizioni locali degli enti

“Paese che vai, usanze che trovi” recita un proverbio e in Italia di usanze e paesi ne troviamo in grande abbondanza: un’abbondanza che è stata premiata persino a livello fiscale, visto che le associazioni attive nelle tradizioni locali e che sono state appositamente individuate dall’Agenzia delle Entrate, possono beneficiare di un importante esonero dalle scritture contabili. I nomi in questione sono davvero molti, addirittura 221, e comprendono enti storici come la Contrada della Lupa di Siena o anche l’Accademia dei filodrammatici di Milano, soltanto per citare due tra i più celebri esempi. Si tratta, in pratica, di associazioni senza alcun fine di lucro e che nel 2010 hanno sfruttato tale esenzione dall’Ires (Imposta sul Reddito delle Società).

Sanità privata: ultimo giorno per la comunicazione dei compensi

Scade proprio nel corso della giornata di oggi il termine ultimo per quel che riguarda un fondamentale appuntamento fiscale delle strutture sanitarie a carattere privato: in effetti, devono essere inviate all’Agenzia delle Entrate le comunicazioni che illustrano tutti i compensi che sono stati riscossi dai professionisti che svolgono un lavoro medico autonomo in queste strutture nel corso del periodo d’imposta 2009. A chi si riferisce questo specifico adempimento tributario? La comunicazione in questione comprende gli istituti, le associazioni, i centri medici e le società, senza distinzioni sul lucro, che provvedono all’erogazione di servizi sanitari tramite l’utilizzo dei loro locali. Si tratta, inoltre, di una operazione fiscale che non ha una storia così lunga, visto che è stata introdotta soltanto a partire dal 2007 con la legge Finanziaria di quell’anno.

 

Iva al 20% per le concessioni delle autorità portuali

Se un determinato compenso in denaro viene pagato a un’autorità di porto, la quale ha provveduto ad affidare il servizio di una specifica stazione marittima in concessione, allora tale operazione diventa rilevante dal punto di vista fiscale e sconta l’Iva al 20%: si tratta della conclusione a cui è giunta l’Agenzia delle Entrate con la pubblicazione della risoluzione 32/E, la quale risale proprio a un giorno fa. In effetti, la non imponibilità all’imposta in questione ha ragione di esistere solamente nel caso in cui ci troviamo di fronte a dei rapporti tra la società concessionaria e gli utenti che beneficiano del servizio, oppure ancora quando si instaura un rapporto con le società di navigazione che svolgono attività di sbarco e imbarco. Le Entrate sono giunte a questa conclusione applicando in maniera piena il principio di alternatività tra Iva e imposta di registro, in base al quale l’originario atto di concessione non sconta l’imposta proporzionale di registro per l’appunto.

 

Made in Italy: partite le richieste per il credito d’imposta

Si può dunque cominciare a far pervenire le richieste per l’accesso al credito d’imposta che è destinato a quelle imprese che sono solite promuovere i prodotti agroalimentari made in Italy all’estero: le disposizioni finali in questo senso sono contenute nel decreto del 4 febbraio del ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali, il quale stabilisce appunto quello che sono i termini e le modalità di presentazione delle richieste, oltre all’approvazione del modello da usare. Queste richieste devono essere inoltre allo stesso ministero, il quale provvederà poi ad esaminarle, in base all’ordine cronologico con cui sono state presentate; in una fase successiva, inoltre, verrà fornita una risposta, entro sessanta giorni, attraverso la comunicazione del riconoscimento del contributo, oppure, in caso contrario, il diniego per requisiti mancanti o per l’esaurimento dei fondi che sono stati appositamente stanziati.

 

Commercianti e artigiani: i contributi relativi al 2010

Ci sono delle importanti conferme per quel che riguarda le aliquote contributive relative alle gestioni pensionistiche di commercianti e artigiani iscritti all’Inps: anche nel 2010, infatti, non verrà modificata la misura del 20% fissata dalla legge 296 del 2006 (si tratta della Finanziaria per il 2007), con un minimale pari a 14.334 euro e un versamento di 2.874 e 2.997 euro. La circolare di riferimento, in questo caso, è quella che è stata pubblicata dallo stesso ente previdenziale lo scorso 2 febbraio: le aliquote sono del 20% per gli artigiani e del 20,9% per i commercianti, mentre le stesse diminuiscono rispettivamente al 17% e al 17,9% nell’ipotesi di giovani collaboratori che non hanno un’età superiore ai 21 anni. Inoltre, rimane ancora valida la riduzione del 50% per quei lavoratori di età superiore ai 65 anni e già pensionati presso le gestioni dell’Istituto. Il reddito minimo da prendere in considerazione è dunque quello di 14.334 euro: riguardo poi la quota che eccede il reddito minimo e che arriva fino al limite di retribuzione annua pensionabile (per un ammontare pari a 42.364 euro), i contributi devono essere calcolati applicando le aliquote del 20% sui redditi di impresa che sono stati prodotti nel 2009.

 

Si avvicina la scadenza per i vecchi tagli delle cambiali

Mancano pochi giorni al termine ultimo per l’utilizzo delle vecchie marche da bollo e dei foglietti di carta bollata per le cambiali: il 5 dicembre sarà infatti l’ultimo giorno in cui potranno essere utilizzati i vecchi tagli, mentre già dal giorno successivo rimarranno validi solamente i contrassegni in formato telematico. Questo importante passaggio normativo è stato sancito da un decreto del ministero dell’Economia e delle finanze che ormai risale allo scorso 26 maggio e che è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale a giugno. Si può parlare, a ragione, di una vera e propria svolta epocale per la cambiale: come molti sanno, infatti, si tratta di una particolare tipologia di pagamento, molto frequente anche ai giorni nostri e che ha anzi visto rinnovare l’interesse nei suoi confronti proprio a seguito della crisi economica, la quale ha fatto decidere a molti di mettere da parte i finanziamenti più moderni.