Agenzia Entrate e Commercialisti, nuovo sportello a Napoli

Lunedì prossimo, 23 maggio 2011, a Napoli, in Piazza dei Martiri 30, presso i locali dell’Odcec, a partire dalle ore 9, si terrà l’inaugurazione del primo sportello del Fisco, nel Sud, attivo all’interno di una sede dell’Ordine dei dottori commercialisti e degli esperti contabili. A darne notizia è stata proprio l’Amministrazione finanziaria dello Stato, ed in particolare la Direzione regionale dell’Agenzia delle Entrate della Campania, nel sottolineare come in questo modo venga consolidata la partnership Entrate-Commercialisti. In particolare, sia gli iscritti, sia i tirocinanti dell’Ordine dei dottori commercialisti e degli esperti contabili di Napoli, presso lo sportello, potranno acquisire informazioni sullo stato dei rimborsi, informazioni generali sulla normativa fiscale diretta e indiretta, ma anche informazioni sulle cartelle esattoriali e sulle comunicazioni di irregolarità, correzione dei modelli F24, nonché la presentazione delle deleghe dei contribuenti iscritti all’Ordine ai fini dell’accesso al cosiddetto cassetto fiscale.

Agenzia Entrate e commercialisti: sportello dedicato a Bologna

Al fine di garantire la fruizione di servizi sempre più efficaci, ma anche rapidi, a Bologna l’Agenzia delle Entrate ha siglato un apposito protocollo d’intesa con l’Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili che, in particolare, porterà all’attivazione di un apposito sportello dedicato. La Direzione Provinciale dell’Amministrazione finanziaria dello Stato, con lo sportello dedicato, infatti, permetterà agli iscritti all’Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di poter espletare le pratiche in maniera più rapida ed efficace; nel dettaglio, in accordo con un comunicato ufficiale emesso nella giornata di ieri dalla Direzione regionale dell’Agenzia delle Entrate della Regione Emilia-Romagna, saranno erogati a favore degli iscritti all’Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili i servizi legati alle cartelle esattoriali, alle comunicazioni di irregolarità e, in generale, a tutte quelle pratiche la cui complessità è tale che non possono essere gestite con il servizio di assistenza a distanza Civis; attivi, inoltre, saranno anche i servizi inerenti la registrazione degli atti privati, nonché i rinnovi o le attivazioni del “Cassetto fiscale“.

I Commercialisti cercano una exit strategy per abolire l’Irap

Claudio Siciliotti, presidente dei Commercialisti, è intervenuto nel corso della seconda Assemblea della categoria a Roma; il riferimento principale del suo discorso è andato alla definizione di una exit strategy per la cancellazione definitiva dell’Irap. Tale imposta viene definita dallo stesso Siciliotti come ingiusta, motivo per il quale il suo accantonamento deve essere studiato più attentamente:

Si può pensare a una strategia in questo senso, un percorso graduale al termine del quale vi sarebbe l’abolizione completa, magari anche sostituendo l’imposta con altri tributi.

Il Consiglio nazionale dei Dottori Commercialisti non nasconde dunque la propria avversione nei confronti dell’Irap. Come è stato precisato sempre nel corso di questa assemblea, la riduzione del 20% degli acconti Irpef rappresenta solamente una misura parziale, una ipotesi auspicati da più voci e da non abbandonare. Cosa trovano di ingiusto nell’Irap i Commercialisti?

 

Le imprese sono sempre più preoccupate dall’Irap senza fondi

Il prossimo 14 settembre prenderà il via il “click day” che andrà a stabilire i soggetti che potranno accedere ai rimborsi Irap relativi al periodo 2004-2007: bisogna però precisare che imprese e commercialisti hanno già espresso tutta la loro disapprovazione per questa sorta di sprint telematico. In effetti, solo un imprenditore su quattro sarà in grado di accedere al rimborso fiscale (100 milioni di euro per il 2009 per un totale di un miliardo fino al 2011), in quanto solamente chi sarà più veloce con il pc riuscirà ad avere la meglio. Tra l’altro, anche Confindustria Genova si è scagliata contro questo strumento, ritenuto discriminatorio e iniquo: come è stato più volte spiegato, infatti, i 100 milioni a disposizione sono una cifra fin troppo bassa, soprattutto in un momento come questo in cui le imprese hanno bisogno di liquidità. Ora, sono molti gli industriali a chiedere che il federalismo fiscale diventi una realtà concreta a breve termine, in modo da garantire una corsia preferenziale per le piccole e medie imprese.