Agenzia Entrate e commercialisti: sportello dedicato a Bologna

Al fine di garantire la fruizione di servizi sempre più efficaci, ma anche rapidi, a Bologna l’Agenzia delle Entrate ha siglato un apposito protocollo d’intesa con l’Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili che, in particolare, porterà all’attivazione di un apposito sportello dedicato. La Direzione Provinciale dell’Amministrazione finanziaria dello Stato, con lo sportello dedicato, infatti, permetterà agli iscritti all’Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di poter espletare le pratiche in maniera più rapida ed efficace; nel dettaglio, in accordo con un comunicato ufficiale emesso nella giornata di ieri dalla Direzione regionale dell’Agenzia delle Entrate della Regione Emilia-Romagna, saranno erogati a favore degli iscritti all’Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili i servizi legati alle cartelle esattoriali, alle comunicazioni di irregolarità e, in generale, a tutte quelle pratiche la cui complessità è tale che non possono essere gestite con il servizio di assistenza a distanza Civis; attivi, inoltre, saranno anche i servizi inerenti la registrazione degli atti privati, nonché i rinnovi o le attivazioni del “Cassetto fiscale“.

I Commercialisti cercano una exit strategy per abolire l’Irap

Claudio Siciliotti, presidente dei Commercialisti, è intervenuto nel corso della seconda Assemblea della categoria a Roma; il riferimento principale del suo discorso è andato alla definizione di una exit strategy per la cancellazione definitiva dell’Irap. Tale imposta viene definita dallo stesso Siciliotti come ingiusta, motivo per il quale il suo accantonamento deve essere studiato più attentamente:

Si può pensare a una strategia in questo senso, un percorso graduale al termine del quale vi sarebbe l’abolizione completa, magari anche sostituendo l’imposta con altri tributi.

Il Consiglio nazionale dei Dottori Commercialisti non nasconde dunque la propria avversione nei confronti dell’Irap. Come è stato precisato sempre nel corso di questa assemblea, la riduzione del 20% degli acconti Irpef rappresenta solamente una misura parziale, una ipotesi auspicati da più voci e da non abbandonare. Cosa trovano di ingiusto nell’Irap i Commercialisti?

 

Irap: taglio per aziende in perdita, ipotesi poco convincente

Il Governo ha intenzione di “spendere” un paio di miliardi di euro per tagliare l’Irap, ma c’è grande incertezza sulla platea di imprese che potranno beneficiarne; estendere il beneficio a tutte, infatti, rappresenterebbe una misura non solo dispersiva, ma anche di scarsa efficacia, ragion per cui nelle ultime ore si sta pensando di ridurre l’imposta alle imprese che chiudono il bilancio in perdita; questo al fine di evitare che sulle imprese in rosso lo Stato vada ulteriormente a gravare sul bilancio con il prelievo dell’Irap che, lo ricordiamo, non è un’imposta sul reddito. Ma trattasi di una buona idea? Ebbene, l’ipotesi di tagliare l’Irap alle aziende in perdita non entusiasma la CGIA di Mestre, la quale nei giorni scorsi, invece, aveva avanzato la proposta di tagliare l’Irap a quelle imprese con partita IVA ma senza dipendenti, ovverosia alle ditte individuali che, come tra l’altro emerso da alcune sentenze della Corte di Cassazione, l’imposta non la dovrebbero pagare in base al fatto che i titolari di queste micro imprese non hanno lavoratori a carico.

Irap: autonomi senza dipendenti, proposta di abolizione

In Italia c’è un vero e proprio esercito di lavoratori autonomi che svolgono un’attività con partita IVA ma non hanno dipendenti; sono tantissimi infatti i lavoratori, giovani e meno giovani, titolari di una ditta individuale nata molto spesso a seguito di un rapporto di lavoro subordinato “camuffato”, visto che molti di questi soggetti hanno un unico committente. E visto che si parla di questi tempi di riduzione dell’Irap, perché non sopprimerla del tutto proprio a favore del popolo delle partite IVA senza dipendenti? A porsi la domanda, ed a formulare una proposta in tal senso, è la CGIA di Mestre, la quale tra l’altro ricorda come questi lavoratori autonomi paghino l’Irap anche se la Corte di Cassazione, con almeno quattro sentenze, si è espressa quest’anno in favore del “non pagamento” dell’imposta visto che questa classe di lavoratori, non avendo dipendenti, non gestisce un’attività che possa definirsi autonomamente organizzata.

Irap: i precedenti tentativi di abolizione

Si parla molto in questi giorni di Irap e di una sua possibile abolizione o, al massimo, progressiva riduzione: si tratta di una soluzione già cercata in passato dai vari governi, la quale si è contraddistinta per i numerosi aspetti controversi. In effetti, ogni proposta in questo senso ha visto la netta opposizione da parte delle imprese ed è stata costellata da diverse vicende giudiziarie. Già nella legge 80 del 2003 (la cosiddetta “legge delega Tremonti”) si parlò di abolizione progressiva dell’imposta: tra l’altro, l’Irap era stata introdotta da pochi anni, avendo sostituito a partire dal 1998 sette imposte preesistenti, ma già doveva fare i conti con questa difficoltà. Nel 2001, inoltre, la Corte Costituzionale aveva dovuto esprimere il proprio parere in merito alla legittimità del tributo. In sostanza, si può parlare, in quell’occasione, di un “salvataggio in corner” per l’Irap, visto che fu richiesto per gli autonomi il riscontro dell’autonoma organizzazione per essere soggetti ad essa.