In Svezia si discute della tassazione della carne

 Il Board agricolo svedese ha lanciato una proposta fiscale molto particolare: la nazione scandinava vuole infatti introdurre una tassa sulla carne, in modo da scoraggiare il consumo di un prodotto che viene associato a un peso non indifferente sull’ambiente, a causa soprattutto delle numerose importazioni. La situazione della Svezia è presto detta. In effetti, in questo paese il consumo di carne (in primis quella bovina e suina) è aumentato di ben trentatré punti percentuali nel giro degli ultimi tre decenni, un livello molto più alto rispetto alla media dell’Unione Europea.

La tassa sui pedoni dell’Università di Worcester

 Di certo, si tratta di una iniziativa fiscale che fa e farà molto discutere, ma anche simili misure vanno approfondite nel dettaglio: la Worcester State University, ateneo americano che si trova nell’omonima città (stato del Massachusetts), ha deciso di introdurre quella che è già stata ribattezzata come “tassa sui pedoni”. In pratica, il tributo in questione prevede che siano pagati settantadue dollari l’anno da chi osa calpestare il suolo universitario. La misura fiscale, poi, dovrebbe essere addirittura più alta per chi dovesse transitare in automobile nelle strade del campus in questione. L’obiettivo è presto detto.

Tabacchi lavorati: il codice tributo per il monopolio fiscale

 I tabacchi lavorati (sigarette, sigari, trinciati, tabacco da fiuto o da mastico) devono avere in maniera obbligatoria un contrassegno per poter circolare nel territorio dello Stato: questo stesso contrassegno, inoltre, deve essere caratterizzato da una piccola striscia, la quale è nota a tutti i fumatori e che riporta ben in evidenza la dicitura “monopolio fiscale”. Non si tratta di una striscia qualsiasi, ma di quella che deve essere pagata direttamente all’Aams (Amministrazione Autonoma dei Monopoli di Stato). Come si effettua il versamento in questione?

L’Olanda è il paradiso fiscale delle multinazionali

 Non più semplici centri offshore o sperduti territori d’oltreoceano, ma vere e proprie nazioni: le compagnie di Internet e le grandi multinazionali guardano con sempre maggiore interesse a paradisi fiscali che in pochi si aspetterebbero. Un esempio interessante è offerto dall’Olanda. È qui che Yahoo!, Google e Dell (solo per citare tre nomi) hanno deciso di aprire delle loro sedi, in modo da sfruttare nel migliore dei modi la politica fiscale più “morbida”. I Paesi Bassi sono fortemente preoccupati per questa reputazione che rischia di essere rovinata, tanto è vero che il parlamento locale ha già chiesto dei chiarimenti molto precisi al Ministero delle Finanze.