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I nuovi costi per regolarizzare le colf

La regolarizzazione delle colf è diventata una operazione davvero costosa: il prezzo minimo da sborsare in questo caso è pari a 1.678 euro per la precisione, una somma che tiene conto dei contributi per un lavoro di sei mesi e con un pagamento di otto euro l’ora (venticinque ore alla settimana), oltre al ticket, il quale comporta un esborso di mille euro, e la consueta domanda da bollo per inoltrare la domanda in questione. Le imprese non se la passano certo meglio.

In effetti, nel caso in cui si abbia a che fare con un muratore che è considerato di quarto livello, allora la tariffa sale fino a 4.735 euro, una cifra superiore persino a quella necessaria per regolarizzare l’operaio del settore agricolo. Eppure, nel 2009 i prezzi non erano così alti per quel che concerne i domestici, visto che nel giro di soli tre anni vi sono stati degli aumenti esponenziali e di certo non molto piacevoli. Tra l’altro, esiste una differenza da rimarcare, vale a dire quella tra il ticket menzionato in precedenza, il cui versamento va posto in essere prima della presentazione della domanda (vi sono degli appositi codici tributo per il modello F24), e tra i contributi, i quali possono beneficiare di una tempistica più ampia, tanto che si può fare riferimento alla data del prossimo 16 settembre.

D’altronde, però, la regolarizzazione in questione è molto importante, in quanto permette di rendere stabili e conformi i rapporti di lavoro in nero che vi sono con i soggetti stranieri; questi ultimi, poi, possono beneficiare del permesso di soggiorno, dunque la loro posizione nel nostro paese diventa del tutto legale. Un ulteriore requisito su cui porre l’accento è quello del reddito: quando si tratta di un lavoro dipendente, il requisito per il datore di lavoro è pari a trentamila euro (imponibile o fatturato), mentre per i domestici si distinguono 20mila e 27mila euro a seconda del nucleo familiare.

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