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Imu: richiesta sospensione anche per i capannoni

Dopo la probabile sospensione della rata imu per i proprietari di immobili adibiti ad abitazione principale, iniziano a fare sentire la propria voce anche i proprietari dei cosiddetti capannoni. In particolari viene chiesta una riduzione della rata da pagare o in alternativa una sospensione della stessa così come fatto per gli immobili prima casa.

Occorre ricordare che la categoria catastale D individua “fabbricati adibiti ad attività industriali, commerciali o agricole” individua 1 milione e 178 mila unità e raggruppa sia capannoni veri e propri, ma anche alberghi, case di cura, istituti di credito ed anche posti barca. Tutti i settori sopra richiamati sono stati colpiti indifferentemente dalla crisi e pertanto avrebbero più di un motivo per chiedere sconti e agevolazioni, ma occorre anche ricordare che nel 2013 tali fabbricati avranno comunque un aggravio visto che il moltiplicatore della base imponibile viene portato da 60 a 65. Alla fine i conti per lo Stato saranno ancora più positivi: l’incremento del moltiplicatore equivale alla fine ad un aumento medio del 10,6 per mille e nelle casse dell’erario arriveranno 5,3 miliardi di euro (senza incremento nelle casse sarebbero arrivate circa 4,8 miliardi di euro) (leggi anche imu protagonista della campagna elettorale).

Gli addetti ai lavori ci tengono però a fare un distinguo tra capannoni usati per le attività industriali e fabbricati usati per altri scopi. In particolare si dovrebbe tendere a privilegiare il lavoro, e pertanto il dibattito è aperto se a beneficiare di agevolazioni e sconti possano essere anche istituti di credito, case di cura e altro. Per questi e altri edifici della categoria D, posti barca, teatri e cinema, è in corso un dibattito per chiarire se anche questi immobili possano beneficiare o meno di uno slittamento della rata imu. Il nodo non è semplice visto che la sospensione dell’acconto imu costerebbe allo Stato (che ricordiamo percepisce per intero l’imu per i fabbricati di questa categoria) circa 2,7 miliardi di euro, una cifra non di poco conto.