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Fisco e imprese: si abbassa volume d’affari per diventare “grandi”

A partire dal 2010 scatta in materia di controlli e monitoraggio di comportamenti fiscali corretti una piccola rivoluzione; dal prossimo anno, infatti, per essere “grandi” agli occhi del Fisco non servirà un fatturato superiore o pari al livello dei 300 milioni di euro, ma di milioni di euro ne basteranno 200. A darne notizia con un comunicato ufficiale, in data odierna, è stata l’Agenzia delle Entrate, la quale ha così provveduto a ridisegnare agli occhi del Fisco il profilo e la condizione di “grande contribuente“. Questo dopo che il Direttore dell’Agenzia delle Entrate ha firmato il relativo provvedimento che allarga la platea delle imprese che saranno destinatarie dell’analisi di rischio a cura degli agenti del Fisco. E così, la platea dei “grandi contribuenti” aumenta all’incirca di altre 1.600 imprese, ma trattasi di un primo passo che, a regime, renderà il campo di “osservazione” ancora più ampio.

Così come prevede il Decreto Legge numero 185/2008, ovverosia il “Decreto Anticrisi“, entro l’anno 2011 il “campo visivo” sarà allargato anche a quelle imprese il cui volume d’affari sia pari o superiore ai cento milioni di euro. Intanto, in materia di evasione fiscale è tempo di bilanci, ed al riguardo la Guardia di Finanza ha reso noto che nel 2009 sono stati scoperti imponibili non dichiarati pari a ben 90 milioni di euro circa al giorno. Il totale dei redditi non dichiarati, infatti, ammonta da gennaio a novembre 2009 a ben 30 miliardi di euro, scoperti dalla GdF a fronte di cinque miliardi di euro evasione da imposta sul valore aggiunto (IVA) e ben ottomila tra evasori totali ed evasori paratotali.

I dati del Rapporto annuale delle Fiamme Gialle contengono cifre e recuperi di imposta mai conseguiti in passato, e dimostrano come a fronte del massimo impegno da parte del corpo ci sia nel nostro Paese un’evasione fiscale che, oltre che dilagante, contribuisce a generare iniquità a livello fiscale ed a mantenere una pressione fiscale fin troppo alta a carico di chi invece, onestamente, le tasse le paga fino all’ultimo euro.

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