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Federalismo fiscale: rischio divario economico per un italiano su due

Nel nostro Paese un italiano su due, per la precisione il 50,2% della popolazione, teme che l’entrata in vigore del federalismo fiscale contribuirà ad allargare il divario economico tra il Nord ed il Sud del Paese. A rilevarlo è il Censis nel sottolineare come le attese sulla riforma del fisco in senso federalista spacchino in due il Paese. Il Rapporto del Censis arriva tra l’altro proprio oggi, giovedì 3 febbraio 2011, quando da pochissime ore la Commissione Bicamerale, con un pareggio, 15 a 15, ha respinto il Testo sul federalismo fiscale proposto dall’attuale Governo in carica. In ogni caso,il Censis ha altresì rilevato, con una maggioranza al Nord, che poco più di quattro cittadini italiani su dieci ritengono che comunque il federalismo fiscale potrebbe portare nel nostro Paese ad una riduzione dello spreco di denaro attraverso una migliore gestione dei soldi pubblici.

Per quel che riguarda i timori di un aumento del divario economico Nord-Sud, questi vengono avvertiti di più tra le persone più istruite, ovverosia quelli che hanno una laurea o un diploma, ma anche dalla maggioranza dei lavoratori dipendenti. C’è poi una quota dell’8,8% della popolazione che addirittura afferma di non sapere cosa sia il federalismo fiscale, con la percentuale che balza, raddoppiando, al 17,8% tra i soggetti che sono meno istruiti.

E se al Centro i favorevoli ed i contrari al federalismo fiscale sono sostanzialmente in bilico, il Censis ha rilevato come al Sud i contrari superino il 60% in scia ai timori che la riforma possa penalizzare le Regioni del Mezzogiorno. Al Nord, invece, viene registrata la maggioranza dei consensi a fronte, su base nazionale, del 42,5% degli italiani che, comunque, stimano che il federalismo fiscale farà aumentare il carico tributario; il 25,1% stima una pressione fiscale invariata, mentre solo il 22,4% degli italiani ritiene che l’entrata in vigore, a pieno regime, del federalismo fiscale,  possa far diminuire le tasse.