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Evasori che non si pentono di evadere

Oggi il sole 24 ore ha pubblicato un’intervista che potrebbe far riflettere tutti i cittadini italiani, politici, imprenditori. Il giornalista ha intervistato un imprenditore che possiede un chiosco in Grecia: oltre a vendere giornali, commercia anche bevande, dolciumi, fazzoletti di carta, gelati e piccoli souvenir. Il chiosco è aperto 24 ore al giorno per sette giorni alla settimana, ma ha dichiarato al fisco 5mila euro. Dobbiamo crederci che i suoi guadagni siano così bassi? E’ lo stesso interessato (ovviamente rimane anonimo) a rispondere:

Ho dichiarato più della media dei miei colleghi e comunque ho pagato poco o niente di tasse – sottolinea l’anonimo imprenditore -. Non mi preoccupo della crisi economica perché ho due case, una ad Atene, e una al mare, inoltre ho un’automobile. Non sono pentito di aver mentito al fisco. I nostri politici, tutti, hanno mentito all’Europa prima dicendo che eravamo più poveri di quanto fosse in realtà per poter avere accesso a più fondi strutturali e successivamente li hanno truccati di nuovo per ridurre il deficit ed entrare nell’euro così da poter guadagnare sul ribasso dei tassi e distribuire altre prebende.

Forse non lo ha ancora capito – incalza il signore di fronte all’affermazione del giornalista, il quale sotiene che in questo modo lo stato vada a rotoli -. Qui le famiglie stanno bene, c’è un’economia sommersa pari al 27% del Pil. È lo stato ad essere in bancarotta.

Sembra quindi che chi evade il fisco non sia per nulla pentito. A questo proposito non possiamo fare altro che citare la celebre frase di Berlusconi, quando affermò:

Pagare più del 50 % di tasse giustifica moralmente l’evasione fiscale. Questa giustificazione morale è insita nel diritto naturale.

Anche l’Fmi afferma che il 75% dei lavoratori autonomi dichiara meno di 12mila euro, limite sotto il quale scatta l’esenzione fiscale.

Lo vede? Non sono il solo – conclude l’imprenditore greco -.