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Entrate tributarie in aumento

Buone notizie per quanto riguarda gli incassi dell ‘erario in materia di tasse e tributi. Infatti il ministero, per quanto riguarda le entrate tributarie, segnala che le stesse sono a quota 423.903 milioni di euro con una crescita su base annua di circa 2,8 punti percentuali per un ammontare pari a € 11.697 milioni di euro. Il grosso merito dell’incremento di entrate sembra essere dovuto per lo più alle manovre fatte dal Governo Monti e da quello precedente. Infatti senza l’Imu (introito di circa 8,7 miliardi di euro), senza l’incremento dell’iva di un punto percentuale dal 20 al 21 %, robin tax ed altro il risultato sarebbe stato inferiore alle attese: il gettito del 2012 sarebbe stato infatti di circa 2,5 % in meno rispetto al 2011.

L’incasso maggiore, in merito alle nuove tasse introdotte, è inerente all’imu (circa 8,7 miliardi di euro), mentre gli incassi inerenti le tassazioni finanziarie hanno avuto un gettito di circa 3,5 miliardi di euro (su base percentuale circa il 47 % in più). Per quanto riguarda l’irpef l’aumento su base annua è stato abbastanza ridotto, con incrementi per i redditi dei dipendenti privati di circa 2,4 punti percentuali ( più 1541 milioni di euro) e per autoliquidazione di circa il 5,4 %. L’ires cresce di circa 1,9 punti percentuali, ma la parte del leone in quest’ambito la fà la robin tax, dove l’incasso si attesta a 679 milioni di euro derivanti dall’applicazione della tassa sulle imprese che effettuano trasmissione, dispacciamento, distribuzione di energia elettrica oltre che trasporto di gas naturale ( dal novero delle società su cui si applica la robin tax vengono escluse le società che operano nell’ambito delle energie rinnovabili).

Per i ruoli gli incassi si attestano a 7,7 miliardi di euro con una crescita dell’1,1 %. Il ministero inoltre evidenzia che il dato della crescita su base annua sarebbe ancora più sostenuto se si considera l’imposta una tantum sui leasing immobiliari incassati dall’erario nel 2011. Unica nota stonata il calo dell’imposta di registro (meno 11,6 %) dovuto soprattutto al calo delle compravendite.