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Burocrazia fiscale: un salasso per le Pmi

In Italia, rispetto agli altri Paesi dell’Europa occidentale, le piccole e medie imprese devono subire sia una burocrazia ottusa, sia un fisco opprimente, con la conseguenza che i costi annui rappresentano in tutto e per tutto un salasso. E’ questa la posizione espressa da Giuseppe Bortolussi, il segretario della CGIA di Mestre, nell’apprezzare le recenti dichiarazioni rilasciate dal Ministro all’Economia, Giulio Tremonti, sulla necessità di rendere meno opprimente a carico del sistema imprenditoriale italiano la burocrazia ed il fisco. C’è quindi bisogno di una maggiore semplificazione che dallo Stato può essere messa in atto praticamente a costo zero, mentre nel contempo le piccole e medie imprese possono tagliare i costi ma anche il tempo che, per assolvere agli adempimenti, porta via centinaia di ore l’anno.

Non a caso al riguardo l’Ufficio Studi della Cgia di Mestre, in base ad un’elaborazione effettata su dati World Bank/IFC, ha rilevato come in Italia una piccola o media impresa spenda ogni anno ben 285 ore, in media, per poter andare ad espletare tutti i pagamenti fiscali. Siamo primi, purtroppo, in Europa da questo punto di vista in quanto in Germania di ore ce ne vogliono molte meno, “solo” 215, per arrivare a Paesi come la Danimarca dove di ore l’anno per espletare tutti i pagamenti fiscali ne bastano 135 per una piccola o media impresa.

Stessa musica anche per quel che riguarda i livelli dell’oppressione fiscale; dall’analisi dell’Associazione degli artigiani mestrina è infatti emerso come nel nostro Paese le tasse sugli utili aziendali incidano per una percentuale bulgara del 68,6%. In Francia si scende al 65,8%, e poi Spagna con il 56,5% e la Svezia con il 54,6%. E per un Paese come il nostro, che ha un motore imprenditoriale rappresentato proprio dalle PMI, l’oppressione fiscale e la burocrazia ottusa rappresentano in tutto e per tutto un freno alla crescita ed allo sviluppo.