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Tasse portuali: autonomia finanziaria vicina

Il ministro dei Trasporti Altero Matteoli annuncia una riforma riguardante l’autonomia finanziaria per i porti. La riforma era attesa da anni dalle autorità portuali e potrebbe portare nelle loro casse decine di miliardi di euro. Aumenta la competizione fra rotte marittime e porti, a causa anche della grave crisi internazionale che fa emergere i più grandi e colpisce i più deboli, ecco perchè l’efficienza e l’efficacia dei porti sono indispensabili per la ripresa economica.

La crisi economica globale tocca quindi da vicino i porti italiani: nel 2008 i principali scali marittimi hanno visto calare traffici e volumi soprattutto nel settore delle merci, mentre è andata meglio per i flussi di passeggeri. Lo afferma la Banca d’Italia in una rilevazione  sull’andamento delle economie regionali.


Impossibile, in questa situazione – afferma Assologistica – sostenere l’aumento del 50 per cento delle tasse portuali e di ancoraggio previste dal Dpr pubblicato il 5 agosto scorso. E le previsioni per il secondo semestre potrebbero essere ancora più pesanti per tutti.

Il traffico marittimo di merci varie registra una riduzione media del 20% ma con picchi superiori al 50%.

Gli esperti chiedono questa riforma da tempo. E anch’io sono d’accordo, abbiamo una ricchezza enorme che deve essere sfruttata da chi la produce. I soldi dei porti devono restare ai porti. Io sono nato a Cecina, dalle parti di Livorno, e la questione mi sta molto a cuore – afferma il ministro -. Io mi batterò perché l’intero gettito sia lasciato ai porti, porterò il disegno di legge al governo e lo voteremo. Ma sono convinto che la riforma passerà: i porti potranno spendere il denaro per ammodernarsi e diventare più concorrenziali con quelli stranieri. E’ fondamentale, chi vuole uscire dalla crisi deve investire.

Il ministro afferma di lavorare ormai da tempo alla riforma della legge 84 (autonomia dei porti). Il testo é ormai pronto e la bozza sarà presentata nei prossimi consigli dei ministri.