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Tassa sui migranti: 200 euro per rinnovare il permesso di soggiorno

Duecento euro per rinnovare il permesso di soggiorno. Finora la somma dovuta ammontava a ottanta euro. Da quest’anno però gli stranieri residenti in Italia dovranno sborsare di più, con il gettito ricavato si finanzieranno i rimpatri degli irregolari. Il cosiddetto “Fondo rimpatri”, quello utilizzato per rimandare in patria i migranti che arrivano in modo irregolare: solo una metà sarà destinata a questo fondo, l’altro 50% andrà al Viminale per spese di ordine pubblico e sicurezza e per finanziare gli sportelli unici e l’integrazione. Dal 30 gennaio prossimo la norma firmata a ottobre 2011 dagli allora ministri dell’Interno Roberto Maroni e dell’Economia Giulio Tremonti, il nome esatto é “contributo per il rilascio e rinnovo del permesso di soggiorno” e l’importo non é fisso ma varia in base alla durata del permesso.

Si dovranno pagare 80 euro se la durata è compresa tra 90 giorni e un anno, 100 euro se è superiore a un anno e inferiore o pari a due anni, 200 euro per chi richiede la cosiddetta “carta di soggiorno”, che contempla un lungo periodo. A questa somma si aggiunge il pagamento del contributo di 27,50 euro per il rilascio del permesso di soggiorno elettronico. La tassa colpirà gli stranieri in Italia, saranno esenti i minori, gli stranieri che entrano in Italia per sottoporsi a cure mediche e i loro accompagnatori, così come chi farà richiesta d’asilo, protezione sussidiaria o per motivi umanitari.

 

Un balzello particolarmente odioso, come é stato definito da Filippo Miraglia, responsabile immigrazione dell’Arci: il fatto che con quei soldi saranno pagati i rimpatri é come scaricare sui migranti regolari l’onere si rimandare a casa gli irregolari. Un’ingiustizia, come sottolinea il responsabile, una cosa incomprensibile se non in un’ottica discriminatoria. Miraglia spera che il governo Monti faccia qualcosa in tal senso: sono cinque milioni di immigrati regolari che dovranno pagare periodicamente da ottanta a duecento euro per rimanere in Italia.