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Una tassa di scopo a favore della ricostruzione in Abruzzo

Ieri mattina a Onna il sindaco dell’Aquila Massimo Cialente e la presidente della Provincia Stefania Pezzopane hanno incontrato i rappresentanti di Pro loco e associazione Onna onlus: i rappresentanti sottolineano l’importanza della ricostruzione. Gli onnesi da parte loro chiedono una presenza costante a Onna di rappresentanti del Comune per risolvere i problemi e i disagi che si riscontrano. Il sindaco Cialente coglie l’occasione per lanciare un appello alle forze politiche e al governo proponendo una «tassa di scopo» mirata alla ricostruzione delle zone terremotate. In pratica la proposta é quella di tassare i cittadini, un’imposizione a scopo benefico quindi. Cialente é positivo e propositivo:

Su questa ipotesi, ho convinto già l’opposizione di centrosinistra e parte della maggioranza di centrodestra. Per far rinascere L’Aquila e tutte le zone danneggiate c’è bisogno di denaro subito. Solo così possiamo far partire i cantieri e nel giro di poco tempo dimostrare al mondo cosa si può fare se un paese si unisce e lotta per un unico obiettivo. I soldi della tassa di scopo potranno essere rimborsati nel tempo come avvenne con la tassa sull’Europa.

Il sindaco é abbastanza chiaro: una tassa di scopo i cui proventi saranno però restituiti ai cittadini gradualmente nel tempo. Inoltre ribadisce al presidente del Consiglio la necessità di un provvedimento di questo tipo:

Il presidente Berlusconi se la dovrà pur prendere, la responsabilità di dire agli italiani e agli aquilani che per ricostruire davvero questa città c’è una sola strada: ci vuole una tassa di scopo. Lo chiedo al governo e se non è in grado intervenga il parlamento: ci diano una mano a fare subito cassa. Nel decreto del 28 aprile i soldi per ricostruire l’Aquila non ci sono; e siccome lo sappiamo tutti che lo Stato non li ha, l’unica via è fare quello che il Paese fece nel ’94 per l’alluvione del Piemonte. Si può fare un’una tantum, magari una tassa da restituire nel tempo. Lo so che mettere le mani in tasca agli italiani è difficile e impopolare, ma sono convinto che il Paese sia pronto.

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