Austria e Isole Cayman ai ferri corti sul segreto bancario

Austria e Isole Cayman sono ormai ai ferri corti: il motivo è presto detto, si tratta del segreto bancario (vedi anche Le società fiduciarie dell Isole Cayman). In effetti, tutto è nato dopo le dichiarazioni di Maria Fekter, responsabile austriaca per quel che riguarda l’Economia. Quest’ultima si è recata a Dublino per l’incontro con altri ministri finanziari dell’Unione Europea e ha sottolineato l’importanza del segreto bancario per Vienna. Il suo intervento, poi, si è focalizzato sulle Isole Cayman, noto paradiso fiscale in cui sono rifugiati moltissimi capitali provenienti proprio dall’Europa: di conseguenza, Bruxelles non dovrebbe preoccuparsi della situazione austriaca, bensì di quella del noto centro offshore.

Le società fiduciarie dell Isole Cayman

Qualche mese fa era giunto il momento di fare il punto sui paradisi fiscali nel 2012: una situazione particolare è quella che riguarda le Isole Cayman, il celebre arcipelago del Mar delle Antille, le quali si stanno rivelando l’approdo migliore a cui si affidano elusori ed evasori del Fisco per i loro beni e risparmi, rendendo questi ultimi non riconoscibili e irrintracciabili. Il metodo più sfruttato consiste essenzialmente nell’apertura di un apposito trust per proteggere gli assets finanziari, diversamente da quanto accade per l’avvio di un conto corrente bancario, per cui è obbligatorio essere in possesso di un domicilio locale.

Hedge fund: le Isole Cayman introducono a sorpresa una tassa

Nessuno si aspettava una scelta simile da un territorio come quello delle Isole Cayman: il piccolo arcipelago del Mar delle Antille, possedimento britannico nonché uno dei più celebri paradisi fiscali a livello internazionale, adotterò a breve una tassa di registro relativa al mondo della finanza, quella che può essere definita una vera e propria Tobin Tax. Ricordiamo anzitutto che quest’ultima è l’imposta che mira a colpire i mercati valutari in modo da stabilizzarli. In pratica, il tributo in questione andrà a colpire in maniera meticolosa i gestori e gli operatori globali, ma una interpretazione più chiara ancora non è possibile. Coloro che amministrano gli hedge fund e gli altri fondi comuni trovano pane per i loro denti nelle Cayman, viste le regole che vigono in tal senso dal punto di vista fiscale; la tassazione è stata dunque un optional negli ultimi anni, con i fondi hedge a farla da padrona.

Le liste dell’Ocse si svuotano, ma per ora non hanno effetti sull’Italia

L’attività di adeguamento agli standard internazionali imposti dall’Ocse in materia di trasparenza fiscale prosegue a gonfie vele. In effetti, risale a pochi giorni fa l’annuncio, da parte della stessa organizzazione, di un altro importante risultato, vale a dire il raggiungimento di 12 convenzioni relative allo scambio di informazioni anche per quel che riguarda le Isole Cayman e le Isole Vergini, e la conseguente cancellazione dei due stati dalla cosiddetta black list. La “lista bianca”, ovvero quella che raggruppa i paesi maggiormente trasparenti, comprende ora 46 nazioni, con una progressiva riduzione dei paradisi fiscali più accaniti. Per quel che riguarda gli altri paesi che mirano ad uscire dalla lista nera, salvo i casi di Antigua e Barbadua e Antille Olandesi (le quali hanno già stipulato sette accordi), la maggior parte risulta ancora molto lontana dall’obiettivo.